ROMA, 17 MAR – Arrivano sul tavolo della conferenza Stato-Regioni le norme per salvare i Pronto Soccorso degli ospedali italiani. Un mese fa, precisamente lo scorso 20 febbraio, i senatori Marino (Pd) e Gramazio (Pdl) effettuarono un blitz nel Pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma, denunciando le condizioni di disservizio della struttura e portando alla ribalta il caso di una donna in coma rimasta legata 4 giorni ad una barella in attesa di ricovero. Ma la situazione di criticita' riguarda la maggioranza dei Pronto soccorso italiani, piagati da sovraffollamento e carenza di personale: ad un mese dal blitz romano, arrivano ora ufficialmente nel calendario dei lavori della Conferenza Stato-Regioni una serie di misure proposte dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, per migliorare la gestione dei punti di emergenza.
Negli incontri con le Regioni in calendario per la prossima settimana nell'ambito del rinnovo del Patto per la salute, Balduzzi proporrà dunque una serie di misure 'salva-Pronto soccorso': dal monitoraggio informatizzato h24 dei letti nelle strutture a nuove figure di coordinamento e assistenza, come spiegato di recente dallo stesso ministro in occasione di un'informativa in Aula al Senato. Fondamentale e' anche, ha indicato il ministro, un costante ed esatto monitoraggio dei flussi di pazienti nei Pronto soccorso, ricordando che da quest'anno le Regioni che non invieranno al ministero i dati relativi ai monitoraggi verranno penalizzate economicamente.
– MONITORAGGIO LETTI H24, COORDINATORE FLUSSI E CARE-MANAGER: Tra le proposte indicare dal ministro per migliorare i servizi di Pronto soccorso, un 'cruscotto' informatizzato per il monitoraggio h24 dei posti letto disponibili, ma anche figure specifiche per coordinare i flussi in entrata ed in uscita ed una nuova figura di 'care manager' che sia vicina ai pazienti che arrivano nei pronto soccorso.
– IN PATTO SALUTE NUOVO RUOLO MEDICI BASE: Nell'ambito del Patto per la salute, si pensa anche a forme di associazionismo dei medici di base con ambulatori aperti 7 giorni su 7 per disincentivare gli accessi inappropriati ai pronto soccorso. Ma la prima risposta, secondo Balduzzi, "è senza dubbio rafforzare i servizi territoriali con l'estensione dell'attività dei medici di famiglia" e creando maggiore continuità tra assistenza ospedaliera e assistenza territoriale con strutture ad hoc.
– SE REGIONI NON INVIANO DATI FLUSSI PRONTO SOCCORSO NO FONDI: Dal primo gennaio 2012 sono penalizzate le Regioni inadempienti rispetto ai flussi informativi sui pronto soccorso: saranno cioé penalizzate per l'attribuzione dei finanziamenti da parte dello Stato. L'obiettivo è disporre di dati certi.
– I NUMERI, 23 MLN ACCESSI L'ANNO: In Italia (dati 2009) sono presenti 550 servizi di pronto soccorso con 343 dipartimenti di emergenza, di cui 325 in strutture pubbliche e 18 in strutture private accreditate; i pronto soccorso pediatrici sono presenti nel 15% degli ospedali e l'80% degli ospedali ha un pronto soccorso. Quanto al numero degli accessi annui, sono 23 milioni quelli stimati, di cui 13 milioni certi. I restanti 10 mln di accessi rappresentano una stima dal momento che varie regioni non hanno ad oggi trasmesso i dati di accesso. La prima stima sui dati 2011 elaborata attraverso il rilevamento del sistema EMUR (monitoraggio prestazioni erogate in emergenza-urgenza) parla, dunque, di 13 milioni di accessi: Per il 2011, 15 regioni su 21 hanno inviati i dati relativi ai Pronto soccorso, di queste 13 completamente e 2 solo parzialmente (Marche e Campania). Mancano all'appello Bolzano, Friuli, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.