Sono stati 828, con 641 feriti e 21 morti, gli incidenti stradali avvenuti durante il fine settimana dal 1 al 3 aprile.
L’anno scorso, dal 2 al 4 aprile, gli incidenti furono 892 con 713 feriti e 14 morti mentre nel 2009 (3-5 aprile) furono 864 con 626 feriti e 21 morti e nel 2008 (28-30 marzo) furono 920 con 757 feriti e 28 morti.
La notizia, della Ap, fornisce altri particolari. Dei sinistri letali avvenuti lo scorso fine settimana, 2 si sono verificati in viabilità autostradale e 19 in viabilità extraurbana. Per quanto riguarda la dinamica: 7 sono stati causati da impatto frontale-laterale, 6 sono impatti frontali, 4 tamponamenti, 2 investimenti di pedone, un’uscita di strada e un impatto con ostacolo fisso.
Si può parlare di strage, quasi di ecatombe, perché tra morti e feriti siamo nell’ordine delle centinaia.
Per fortuna che questo numeri così aggregati passano inosservati, altrimenti rischieremmo che qualche solerte parlamentare in vena di demagogia trasversale bi partigiana proponga il coprifuoco e magari l’obbligo di circolare solo a piedi o con le letali biciclette.
Però come cambiano le prospettive a seconda delle circostanze della morte: un morto solo può portare ai funerali di Stato, le migliaia che si spengono ogni giorno nel loro letto o in un ospedale sono accompagnati, tranne casi eccezionali di grandi personaggi, dal cordoglio dei soli amici e parenti.
Non è vero che tutte le morti sono uguali, almeno per chi resta. Per chi se ne è andato, salvo prova del contrario, un titolo sul giornale o un bel funerale non fanno differenza.
