Anche internet avrà presto il suo “quartiere a luci rosse” fatto di siti porno

Anche internet potrebbe presto avere il suo “quartiere a luci rosse”. Icann, l’ente no-profit che ha la responsabilità di assegnare gli indirizzi IP e di gestire il sistema dei nomi a dominio generico di primo livello (.com, .net e via dicendo), ha approvato l’uso del nuovo dominio .xxx per i siti pornografici.

Ad annunciare la decisione è l’Icm Registry, società che vende e amministra domini e che per 10 anni si è battuta per far passare la propria proposta. L’Icann, infatti, dopo una prima approvazione nel 2006, su pressione dell’amministrazione Bush, aveva revocato la sua decisione. Per poi riesaminarla nel 2007 e respingerla, pareva, definitivamente lo stesso anno.

Entro i primi giorni del 2011, invece, prenderà ufficialmente il via la registrazione dei domini .xxx dedicati all’intrattenimento per adulti, che consentirà di convogliare e filtrare meglio i siti (legali) dai contenuti espliciti.

Molte società del settore, però, non hanno accolto con favore la notizia e osteggiano l’idea di uno spazio “dedicato” sul Web. Quel che temono è che i parlamentari americani conservatori facciano azione di lobby per costringere tutti i siti legati al sesso a ri-registrarsi lì e abbandonare i domini .com o .org.

Ciò significherebbe facilitare il filtraggio sui motori di ricerca e, di conseguenza, abbassarne il guadagno. I sostenitori della libertà d’espressione, riporta il sito del britannico Guardian, temono inoltre che i siti che trattano temi giudicati “controversi” dai conservatori, come ad esempio l’omosessualità, possano essere obbligati, in breve tempo, ad utilizzare anch’essi il suffisso .xxx.

C’è da dire che la nascita dei .xxx non stabilisce, di per sé, una zona esclusiva nella quale tutto il porno dovrà per forza confluire. Si tratterà piuttosto di una scelta volontaria, che ogni operatore farà in autonomia sulla base dei privilegi e degli oneri previsti per far parte della “community”.

L’Icm Registry assicura che la pedo-pornografia sarà bandita dalle pagine web con il nuovo dominio, che potrebbe attrarre (secondo le sue previsioni) ben 500 mila siti internet. La società si aspetta di guadagnare circa 30 milioni di dollari l’anno dall’operazione, ma non ha ancora fatto i conti col malcontento dell’industria della pornografia.

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luiss_sgrattoggi