“Finalmente anche i provider italiani hanno preso coscienza di ciò che devono fare – spiega Sommani – Siamo ancora indietro nella pratica, ma il cambiamento di atteggiamento è importante”.
In occasione della giornata i colossi mondiali di Internet, da Google a Facebook, stanno fornendo i loro contenuti con entrambi i protocolli, soprattutto per sensibilizzare chi si deve adeguare sul tema.
La disponibilità dei vecchi indirizzi numerici a 9 cifre dovrebbero terminare entro il 2011, mentre con il nuovo protocollo a 24 fra cifre e lettere, che permette combinazioni praticamente infinite, ancora stenta a decollare in molti paesi tra cui il nostro.
Entro qualche anno potrebbero esserci le prime difficoltà per chi non si adegua: “I due protocolli marceranno insieme ancora per molti anni – rassicura Sommani – potrebbe succedere però che vengano sviluppate delle nuove applicazioni basate solo sull’IPv6, ad esempio per i grandi giochi in rete, che ovviamente sarebbero precluse a chi ha abilitata solo la vecchia versione”.
Per chi vuole capire se il proprio computer “parla già la nuova lingua”, in rete sono disponibili alcuni test, come quello della Internet Society all’indirizzo http://test-ipv6.com/.