Scovati gli hacker della Koobface Gang. Colpivano tramite facebook

ROMA – Gli investigatori cibernetici e le autorità di Facebook sono riusciti a stanare alcuni esponenti della Koobface Gang. Gli hacker del gruppo, infatti, conducevano una vita in rete pressocché pubblica: pubblicavano i loro spostamenti su Foursquare e non avevano problemi a geolocalizzare le proprie vacanze su Facebook.

La gang era nota alle autorità per aver ideato Koobface, un malware che gli utenti meno avveduti di Facebook scaricavano attraverso le solite trappole spam che si è soliti incontrare sul social network: link a video porno, immagini scandalistiche, ecc.una volta scaricato il virus, il computer diventava parte di una Botnet, ossia una rete di computer infetti, facilmente controllabili dagli hacker.In particolare, i link fake invitavano gli utenti a scaricare aggiornamenti di Flash player, che in realtà contenevanp il malware.

Secondo quanto riporta il New York Times, Koobface riesce a compromettere anche le web searches, destinando i click verso inserzionisti senza scrupoli grazie ai quali il gruppo è riuscito ad arricchirsi tramite la vendita di software falsi o compromessi.

La Symantec, azienda californiana produttrice dei più diffusi software di antivirus, ha stimato che il giro d’affari delle frodi online si aggira attorno ai 114 miliardi di dollari all’anno. Il gruppo di Koobface è riuscito a guadagnare “solo” due milioni di dollari in tre anni e mezzo, ma è certamente considerato un “pioniere” delle “infezioni da social network”.

Nonostante la pubblicità delle attività degli hacker della gang nella rete, è stato difficile catturarli poiché questi gruppi tendono ad operare in paesi dove possono agire indisturbati dalle autorità locali. A ciò si aggiunge il fatto che i sistemi di sicurezza occidentali non sono adeguatamente preparati a gestire il dilagante fenomeno della pirateria informatica e mancano di manodopera specializzata. Non a caso recentemente l’intelligence britannica ha lanciato un bando per reclutare hacker che fossero in grado di rispondere agli attacchi informatici. Segno che gli ex ladri aiuteranno le forze dell’ordine a sventare le future rapine?

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Daniela Lauria