di Barbara Andreoni.
Come l’anoressia, anch’esso è un problema alimentare, o ancora meglio specificato, un disturbo del comportamento alimentare (DCA). La persona anoressica è facilmente individuabile all’interno della società, perché è evidente il suo stato di eccessiva magrezza…
La persona bulimia molto spesso ha un peso normale ma sono costantemente preoccupati per il cibo, la forma e il peso corporei, si sentono spesso inadeguati ed estremamente sofferenti, anche perché provano una forte sensazione di vergogna relativa sia al loro corpo che alle loro perdite di controllo, che confessano con enorme sofferenza. La bulimia è definita con abbuffate ricorrenti caratterizzate da sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad esempio sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si stia mangiando) e soprattutto mangiare in un definito periodo di tempo una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.
Tutto questo purtroppo porta inevitabilmente ad adottare delle condotte compensatorie quali ad esempio vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo, tutto questo per contenere o diminuire il peso.
Purtroppo anche questo disturbo, come è stato spiegato nell’anoressia, comprende anche bambini ed adolescenti ….
Spesso questi disturbi del comportamento alimentare sono legati a esperienze traumatiche.
Studi retrospettivi, eseguiti cioè partendo da pazienti cui era stato già diagnosticato un Disturbo del Comportamento Alimentare, e poi andando a cercare all’indietro nel tempo hanno confermato che dal 25 al 70% delle pazienti affette da questo disturbo avevano subito abusi.
Si trattava in parte di abusi sessuali infantili, in parte di eventi sessuali spiacevoli, o coercitivi, avvenuti in fase adolescenziale.
Infatti si pensa che gli abusi, ed in particolare quelli di tipo fisico e sessuale, provocherebbero una disaffezione per il proprio corpo, con conseguente depressione e perdita di autostima