La legalità violata da Berlusconi, alla Rai e al Senato: che fa il Presidente Napolitano?

di Giuseppe Giulietti

 

Giuseppe Giulietti

Il Presidente Napolitano ha rivolto un solenne appello a tutte le forze politiche affinché il confronto sulla manovra economica si possa svolgere in un clima sereno e costruttivo.

Il Presidente del Consiglio ha subito plaudito alle parole del Presidente della Repubblica e, come prima risposta, ha pensato bene di intervenire, non invitato e per telefono, alla trasmissione Ballarò .

Lo ha fatto come sempre con i modi e con i toni del padrone delle ferriere, abituato ad impartire ordini e rifiutare qualsiasi discussione e qualsiasi trasmissione che non prevedano solo e soltanto il messaggio del capo supremo alla sua gente, una sorta di moderno balcone mediatico,  sostitutivo di quello più ruspante usato dal duce a piazza Venezia.

Qualche ora dopo il vice ministro Romani, uomo di famiglia e di azienda, ha pensato bene di non lasciare equivoci e di stendere una pubblica lista di proscrizione indicando nomi e trasmissioni da colpire. Questa volta nel mirino sono finiti tutto il Tg3, Rainews24, il programma della Dandini.

Le parole di Romani seguono non solo l’irruzione in tv di Berlusconi, ma anche una riunione dei consiglieri di amministrazione Rai della destra, che si è svolta nell’ufficio dello stesso Romani.

Di fronte a questa offensiva aperta, palese, violenta, il direttore generale, Mauro Masi, ha preferito tacere e nel silenzio sta preparando l’ordine di servizio reclamato da Berlusconi e da Romani.

Salvo sorprese, dissensi della ultima ora, mal di pancia finiani, la destra berlusconiana vorrebbe cacciare da Rainews24 il direttore Mineo e colpire a morte il palinsesto preparato dal direttore Di Bella, costringendolo poi alle dimissioni, finalmente spazzando fuori, oggi, il programma della Dandini e quello già annunciato di Roberto Saviano, domani, uno dopo l’altro, gli altri programmi della lista degli sgraditi: Ballarò, Report, le inchieste di Riccardo Iacona, AnnoZero, le dirette assicurate da Rainews24 e dedicate a temi, dalle questioni internazionali alle morti sul lavoro, altrove oscurate o cancellate del tutto.

Si tratta di un piano che non ha precedenti, perché persino negli anni più bui della storia della Rai nessuna maggioranza aveva mai osato tanto e per di più nessun Presidente del Consiglio del passato aveva mai controllato contestualmente il settore pubblico e privato.

Nelle stesse ore nelle aule del Senato si  marcia verso l’approvazione di una legge bavaglio che colpisce a morte il diritto di cronaca.

Nessuno,ma proprio nessuno degli emendamenti approvati ha migliorato sotto questo punto di vista,il già pessimo testo licenziato dalla Camera dei deputati,anche la pattuglia che fa riferimento al presidente della Camera ha deposto le armi quando la discussione ha affrontato i nodi relativi alla libertà di informazione.

Fini e i suoi sanno benissimo che un qualsiasi dissenso in materia di conflitto di interessi e di assetti Rai,  avrebbero l’effetto di far crollare il Governo in pochi istanti.

Se e quando i bavagli, alla Rai e al Senato, dovessero essere approvati, cosa farà il presidente Napolitano ? Inviterà al dialogo? Cosa faranno le autorità di garanzia del settore che, sino ad oggi, hanno brillato per la loro assenza, chiudendo gli occhi sulla fucilazione del pluralismo industriale , etico, culturale, sociale, politico?

Come si potrà mai discutere serenamente una manovra economica mentre il tuo interlocutore taglia le gole, espelle gli oppositori, oscura quello che non gli piace, nega la visibilità mediatica a chi lo critica, funzione che nelle democrazie è svolta dalle opposizioni.

Sbaglia chi pensa che siamo di fronte alle solite beghe della Rai o un conflitto tra giudici,giornalisti, editori e l’esuberante Berlusconi “che ne dice tante,ma basta non farci caso..”.

Sino a quando continueremo a ripetere questa idiozia, magari per assolverci dei nostri silenzi, delle nostre omissioni, delle tante diserzioni?

Se e quando le minacce di queste ore dovessero diventare realtà, le opposizioni, tutte possibilmente, faranno bene ad utilizzare gli strumenti democratici possibili per respingere quello che sempre più si configura come un vero e proprio assalto alla Costituzione e allo Stato di diritto.

In quel momento qualsiasi dialogo diventerà difficile, se non impossibile e spetterà a ciascuno di noi, Presidenza della Repubblica in testa, ripristinare la legalità violata, prima che sia troppo tardi.

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