ROMA – La liberalizzazione dei farmaci di fascia C di cui si e' occupato il governo Monti nella manovra economica e' ''semplicemente un'estensione della rete di vendita. Tutto qua, non mi pare una rivoluzione''. E' l'analisi di Silvio Garattini, farmacologo e direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, publicata dalla Stampa, in seguito alla modifica della misura nel testo della manovra. Garattini chiarisce che le preoccupazioni delle farmacie si devono al fatto che ''vedono in questa misura una possibile, anzi certa, erosione del loro fatturato''.
''Prima la torta era tutta per loro – aggiunge – ora la dovranno dividere con altri, che sono comunque dei loro colleghi''.
Per il farmacologo non esiste un problema legato alla salute dei cittadini, a patto che a vendere questi farmaci ci sia sempre un ''professionista'', in farmacia, come in una parafarmacia, ''magari all'interno di un supermercato''.
''I medicinali a pagamento – aggiunge Garattini – costituiscono un business complessivo di circa 12 milioni al giorno contro i 45 circa che spende il Servizio Sanitario Nazionale''.