Indaga direttamente Mauro Masi sul pastrocchio… Indaga direttamente Mauro Masi sul pastrocchio dell
L’ultima serata tv di Centocinquanta, andata in onda mercoledì, continua a fare parlare e fibrillare il mondo ipersensibile degli addetti ai lavori. La serata è finita con Bruno Vespa che, in diretta, ha abbandonato furibondo il palcoscenico del Teatro delle Vittorie, a Roma, da dove il programma veniva trasmesso.
Secondo il Fatto quotidiano, Mauro Masi, direttore generale della Rai, sarebbe stato costretto a occuparsi dello sgradevole incidente, sgradevole perché avvenuto sotto gli occhi di milioni di italiani e imbarazzante perché ha coinvolto due dei personaggi più popolari e amati dal pubblico e un terzo uomo, testa pensante del programma di Vespa.
Scrive il fatto che è “troppo evidente la polemica tra il conduttore di Porta a Porta e il suo “sparring” dell’occasione Pippo Baudo (sembra che la tensione andasse avanti da ben prima, con Pippo che durante la preparazione del programma sia venuto quasi alle mani con l’uomo ombra del “rivale”, il capostruttura Claudio Donat Cattin). Vespa venerdì ha spiegato che il suo andar via era dovuto al fatto che sullo schermo – a rappresentare i grandi personaggi Rai – fosse passato il volto di Santoro: “Ma il mio è stato un ritorno alle regole – ha sostenuto – ho concluso perché avevamo sforato con i tempi”.
Ma, avverte il Fatto, da Viale Mazzini lasciano trapelare che “comunque l’indagine interna non porterà a provvedimenti sanzionatori nei confronti di Vespa”.
Nessuno ha finora notato un particolare: che la rissa non sembra avere avuto motivazioni ideologiche, la solita contrapposizione tra comunisti e liberali, ma solo ragioni di rivalità professionale, tra alcuni dei più bravi e capaci uomini del giornalismo e della tv a livello internazionale.
I tre coinvolti sono infatti tutti di origine democristiana e questo rende il fatto anche divertente. Vespa venne quasi fucilato dalla sinistra per avere detto a suo tempo una elementare verità: che l’azionista di riferimento, espressione di moda all’epoca in cui lo disse, in era pre tangentopoli, in Rai era la Dc; Baudo, da sempre moderato e totalmente identificato con l’Italia mainstream; Donat Cattin, figlio del defunto ministro democristiano di sinistra, in gioventù anima della Gazzetta del Popolo di Torino. Come ai vecchi tempi, sembra quasi che il collante democristiano sia più tenace delle divisioni tra destra (Vespa) e sinistra (Donat Cattin); ma quando si tratta di dire chi è più bravo, allora….
Così, nota Fulvio Abbate, sempre sul Fatto, “alla fine il crac è davvero avvenuto”, anche se, a conferma del fatto che la solidarietà democristiana avrebbe anche retto e fatto superare ogni ostacolo, “va detto che la scintilla che ha portato il povero Bruno a scazzare con il rodato collega si è sprigionata dalla presenza dell’ovale di Michele (Santoro) in una concreta e insieme ideale quadreria del primo secondo e terzo Risorgimento presente lì in studio. Sembra davvero che il paziente Vespa, un Giobbe fino a quel punto, d’improvviso non ci abbia più visto, sentendosi in obbligo morale verso se stesso e il proprio blasone professionale, al punto da mollare la trasmissione su due piedi per raggiungere l’esilio del camerino”.
In ogni caso, la rogna di Vespa, Baudo e Donat Cattin proprio non ci voleva per il povero Masi, già alle prese con un delicato problema che lo riguarda personalmente: il progetto, scrive sempre il Fatto, di affidare a Ingrid Muccitelli, compagna dello stesso Masi, la conduzione di una edizione alla settimana, il sabato o la domenica, di Uno Mattina. Sembra che, nell’incertezza che regna sui programmi Rai non solo per quel che riguarda Serena Dandini, ma lo stesso contenitore di Uno Mattina, ci sia solo la certezza della Muccitelli.
Chi gli vuol bene avrebbe già consigliato a Masi di lasciar perdere, ma la situazione del poverino non è da invidiare ed è probabile che la tensione nei prossimi giorni salirà alle stelle, spingendogli gli occhi ancor più fuori dalle orbite.