Un quarto di morti in meno ogni anno fra gli oltre un milione e 200mila pazienti italiani e una riduzione del 26% dei ricoveri ospedalieri. La lotta allo scompenso cardiaco acquista una nuova, potentissima, arma. E’ l’ivabradina.
L’ivabradina è una molecola innovativa, frutto della ricerca italiana, che agisce in maniera specifica per ridurre i battiti del cuore e cambierà radicalmente – promettono i medici – la storia di questa malattia. I risultati dello studio ‘shift’ sulla molecola, sono stati presentati in sessione plenaria al Congresso Europeo di Cardiologia di Stoccolma, suscitando l’interesse dei circa 30.000 esperti presenti.
”I dati sono davvero eccezionali – afferma Roberto Ferrari, presidente della Società europea di cardiologia (Esc) – soprattutto perchè chi era incluso nello studio già riceveva cure ottimali, come previsto dalle linee guida. Si tratta inoltre di una molecola antischemica immediatamente disponibile, utilizzata in pazienti con angina e per prevenire eventi coronarici. Agisce riducendo la frequenza cardiaca, un fattore di rischio poco conosciuto ma importante al pari di ipertensione, colesterolo alto, fumo e sovrappeso. Inoltre permette una migliore ossigenazione del cuore quando e’ sottoposto a uno sforzo. A partire da questo Congresso, l’ ivabradina diventera’ una risorsa imprescindibile anche per lo scompenso”.
