NEW YORK – Chi dice le parolacce in televisione va multato ? La Corte Suprema degli Stati Uniti sta dibattendo su una questione di decenza morale relativa al mondo dei mass media. I giudici della corte hanno ascoltato gli argomenti delle parti di un processo che oppone la FCC (la Commissione delle comunicazioni federali, l’agenzia governativa che si occupa di regolare le telecomunicazioni e di valutare i contenuti delle emissioni) e diversi emittenti, tra cui la Fox Television. La questione è se il governo, tramite una delle sue agenzie, abbia il diritto di multare gli editori per aver trasmesso occasionali parolacce e brevi scene di nudo in delle ore considerate “delicate”, cioè prima delle dieci di sera.
Il processo interessa uno dei più grandi gruppi editoriali del mondo, la News Corporation di Rupert Murdoch, di cui fa parte la Fox. Il Wall Street Journal, anche esso posseduto dal gruppo del magnate australiano, ha pubblicato il 17 gennaio un editoriale dove si afferma che la regolamentazione deve essere modificata in nome della libertà di espressione. La legislazione degli Stati Uniti è particolarmente sensibile a questo tipo di argomenti: il primo emendamento della costituzione garantisce, insieme alla libertà di culto, la libertà di parola e di stampa.
La legislazione attuale riposa su dei criteri particolarmente vaghi. Una prima incongruità è quella della possibilità di intervento e della discriminazione tra mass media. La FCC può difatti intervenire unicamente sui programmi non criptati, «in chiaro». Eppure, lo spettro del visibile in televisione, a qualunque ora, non si riduce oggi a quei programmi. Difatti, nove famiglie americane su dieci posseggono un abbonamento alla tv satellitare o via cavo. I contenuti di questi mezzi di comunicazione, senza dimenticare Internet, sfuggono al controllo della commissione.
I criteri per giudicare l’indecenza (in inglese indecency è anche, da un punto di vista giuridico l’oltraggio al pudore) sono anch’essi incerti. Negli ultimi anni la FCC ha multato diverse emittenti per degli show in cui gli ospiti, tra cui i cantanti Bono e Cher, avevano pronunciato parolacce. Perfino un episodio della serie poliziesca NYPD è stato la causa di un’ammenda, a causa di una breve scena di nudo, dove si vedeva il sedere di una donna. D’altro canto, e malgrado vi fosse stata invitata, la Commissione si è rifiutata di intervenire a proposito di Salvate il soldato Ryan, un film di Steven Spielberg dai contenuti, anche linguistici, particolarmente cruenti. Questo ha portato uno dei giudici della Corte, Helena Kagan, ad asserire con humour che la politica della FCC è coerente: «nessuno può trasmettere parole oscene o nudità, tranne Steven Spielberg».
La corte dovrebbe dare il suo verdetto verso giugno.