ROMA – Coppia con due figli che vive a Milano, è questo l’identikit di chi, rispetto all’anno passato, ha incassato ala meno peggio la crisi e il conseguente aumento delle tasse. I pensionati invece sono quelli che, a Milano come a Roma e Napoli, se la passano peggio. Nessuna categoria sia chiaro, single, famiglie o anziani, pagherà quest’anno meno rispetto al 2011 ma, a seconda del luogo di residenza e della “tipologia” di contribuente, c’è a chi è andata meglio e a chi peggio. In sintesi per i pensionati nelle grandi città da un anno all’altro le tasse aumentano di circa il cinque per cento, per una famiglia con due figli crescono di circa il tre per cento e per un single l’aumento della pressione fiscale è di poco superiore al due per cento. E l’Italia tutta insieme? Viaggia verso quota 45% di pressione fiscale sul reddito prodotto.
E’ il quotidiano di Confindustria, il Sole 24 Ore, a fotografare le tre categorie tipo di contribuenti e a far loro i conti in tasca. E da questa analisi i pensionati escono male, anzi malissimo. Prendendo in esame infatti le tre principali città italiane, Roma, Milano e Napoli, in tutti i casi i pensionati sono quelli che registrano la variazione, al rialzo s’intende, maggiore. Rispetto all’anno passato nel capoluogo lombardo per gli anziani la variazione della pressione fiscale registra un più 4,9%, arrivando a toccare quota 40,7%. Che tradotto in euro, in soldoni, significa che una coppia di pensionati con reddito annuo rispettivamente di 15 mila e 9.750 euro, con un’abitazione, un negozio affittato, un’auto di piccola cilindrata e 40mila euro di risparmi, pagherà 10.078 euro d’imposte. Ma, se possibile, va peggio nella capitale e a Napoli, dove la variazione è in entrambi i casi del più 5,5% con l’imposizione fiscale che a Roma tocca quota 42,7 e a Napoli addirittura 44,5%. Tradotto 10.567 euro d’imposte nella capitale e 11.010 a Napoli.
Milano quindi location migliore. Ma non solo per gli anziani. Anche per le altre categorie il capoluogo lombardo si rivela più “economico” rispetto alle altre città. Qui, per i single, si registra un aumento dell’imposizione fiscale del 2,2% che arriva a toccare quota 38,6% mentre, per le famiglie con due figli, aumento analogo ma imposizione che si ferma al 38,5%.
Seguendo l’esempio tracciato dal Sole 24 Ore nella categoria “single” rientrano i contribuenti con reddito di 30mila euro, un bilocale di proprietà, un’auto di media cilindrata e 25 mila euro di risparmi. Questa tipologia di contribuenti pagherà a Milano 11.585 euro di tasse, 11.705 a Napoli e ben 12.043 a Roma. Nella capitale per i single l’aumento sul 2011 sarà del 3% e a Napoli del 2,3%, con una pressione fiscale che, nel primo caso, toccherà il 40,1% mentre nel secondo si fermerà al 39%.
Più fortunate, se così si può dire visto che sempre di aumenti si tratta, le famiglie. I nuclei familiari con due bambini, un reddito di 30mila euro per il marito e 18mila per la moglie, una casa di proprietà, un’auto e 20mila euro di risparmi, pagheranno 18.460 euro a Milano, 18.818 a Napoli e 19.172 a Roma. Città eterna da evitare anche gettando uno sguardo alle percentuali. Qui la pressione fiscale registrerà un aumento del 2,9% arrivando al 39,9%, mentre a Napoli aumento analogo, 2,9%, ma totale leggermente inferiore, 39.2%. A Milano invece più 2,2%, come detto, rispetto al 2011, e pressione fiscale al 38,5%.
Da questa analisi conviene quindi “tenere famiglia” e vivere a Milano, in modo da avere l’aumento minore e la pressione fiscale più bassa. Si tratta però di una vittoria di Pirro perché, single, pensionati o famigliola che sia, comunque quest’anno si pagherà di più, molto di più, rispetto all’anno passato. Tutto questo senza tenere conto degli aumenti dell’Iva, della benzina e di tutte le altre imposte indirette.