Pietro Taricone, allora e sempre, perché sapevi cercare te stesso

Quando Pietro è entrato nella stanza, avevo pensato che aveva degli occhi gentili, e che era timido. Portava un maglioncino aderente, anche se era ancora estate. Era felice di essere stato scelto per la casa del Grande Fratello, e mi sorrideva. Voleva piacere. Mi era sembrato umile, e molto giovane. Prima di allora, l’avevo visto solo nei filmati delle selezioni. Erano tutti entusiasti di lui, perché era muscoloso e palestrato ma leggeva libri di filosofia.
Dopo quella volta, la prima che l’ho incontrato da sola, non l’ho rivisto sorridere spesso. Nella Casa, dopo pochi giorni, aveva sedotto Cristina, e si era inventato quell’impalcatura di coperte per fare l’amore con lei senza essere guardato. Non penso che avesse la minima idea di quello che stava succedendo fuori, delle prime pagine dei giornali, dello scandalo, delle dissertazioni sociologiche. Penso che volesse soltanto fare quello che sentiva, senza regole.
Io non avevo assolutamente capito che tipo era Pietro, la prima volta che l’ho incontrato. Avevo avvertito la sua sensibilità e la voglia di farsi conoscere, ma non avevo visto «il Guerriero». Nella casa invece era diventato il leader, e sappiamo tutti che il vero vincitore di quell’edizione, e di tutte le altre edizioni, è stato lui. Adesso suona retorico dirlo, ma io questo l’ho sempre pensato, come tanti. Il motivo è semplice: Pietro c’era, come persona. Aveva un’anima. Si chiedeva il perché delle cose, cercava se stesso.
Mi ricordo di aver pensato che era un tipo femminile, la prima volta che l’ho visto, e ora capisco che era per questo, per come era sempre alla ricerca di se stesso e di un proprio posto nel mondo. Di solito cercare la propria identità con tanta determinazione, e anche sofferenza, è una cosa più femminile che maschile. Dopo Cristina, si era invaghito di Marina, che era molto carina e seducente. Fare casino con le ragazze, a venticinque anni, è normale, pensai. Ma credo che gli sia dispiaciuto, di aver fatto stare male Cristina.
Quando è uscito dalla Casa era già insofferente delle etichette che gli avevano appiccicato. Non si era montato la testa, come ha pensato qualcuno, soltanto gli era caduto il mondo addosso, e lui non voleva farsi schiacciare né incasellare.
Ci siamo rivisti poche volte. Mandati qualche messaggio. Mi ringraziava perché parlavo sempre bene di lui, gli rispondevo che se lo meritava. Mi piacciono le persone che lottano per essere se stesse, anche quando essere se stessi è complicato e rende la vita difficile. O forse la vita è difficile per tutti, ma alcuni devono lottare di più.
Dieci anni fa, a Pietro piaceva leggere e piacevano le macchine veloci. Lo psicologo del Grande Fratello disse che era troppo audace e che doveva stare attento. Io non capii perché.
L’ultima volta che l’ho incontrato è stato alle Invasioni Barbariche, pochi anni fa. L’ho trovato molto cresciuto. Intenso. Sempre molto sensibile, anche troppo. Si scusava di cose di cui non c’era bisogno che si scusasse. Era affettuoso e aveva ancora quegli occhi gentili. Gli piaceva la natura, stare da solo, leggere libri di storia e di filosofia, gli piacevano i cavalli e la sua famiglia. Provava a fare l’attore, e ci riusciva bene, ma era molto severo con se stesso. Era una persona autentica, e credo che fosse una persona buona, Pietro.


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