PARIGI, 6 GEN – In pieno scandalo sulle protesi Pip, Jean-Claude Mas, il fondatore della societa’ produttrice delle protesi mammarie messe sotto accusa per le possibili conseguenze cancerogene, ha confessato tutte le sue responsabilita’: secondo i verbali di un recente interrogatorio, Mas ha infatti ammesso con freddezza di sapere che il prodotto conteneva un silicone non conforme e non approvato dalle autorita’ competenti.
Si tratta, ha spiegato agli inquirenti, di una formula di sua produzione che riguarda il 75% delle sue protesi e che ”non presenta nessun rischio per la salute”, ha detto. ”Sapevo che il gel non era certificato. L’ho fatto consapevolmente – ha aggiunto – perche’ il gel PIP era piu’ economico e la resa migliore”.
La stampa transalpina rivela inoltre oggi che l’agenzia sanitaria francese Afssaps era gia’ stata allertata sin dal 2008 da alcuni medici per i rischi anormali di rottura notati sulle protesi Pip. Gli ultimi dati resi noti dal Comitato di controllo per le donne portatrici di protesi Pip sono elettrizzanti: 1.143 sono i casi di protesi rotte e 495 le infiammazioni al seno che hanno reso necessario l’espianto.
Fino ad ora, 672 espianti sono stati praticati in Francia. Per le autorita’ sanitarie sono 20 i casi di cancro segnalati fino ad ora su donne portratrici delle protesi incriminate, ma nessun nesso tra la malattia ed il silicone e’ stato accertato fino ad ora.
