«Ah bene de! Stamattina una bella piattata di cee cor cappuccino, e la giornata ti sorride…». Commenti goliardici come questo, ma anche frasi pesanti verso i Lucarelli, dopo la vicenda dell’alloggio popolare a Shangai. Li hanno scritti alcuni lettori sul sito di Alè Livorno. E Maurizio e Cristiano hanno sporto denuncia.
Maurizio e Cristiano Lucarelli nei giorni scorsi hanno presentato querele contro ignoti per le frasi arrabbiate presenti sul sito. Alcuni lettori e tifosi hanno scritto a ruota libera i loro pensieri nello stile che caratterizza la vivace e irriverente ironia labronica.
Uno spaccato spesso vernacolare dei sentimenti che hanno suscitato le vicende della casa popolare in via dell’Antimonio, assegnata alla madre di Cristiano e Alessandro Lucarelli, Franca Bussotti.
Una storia che dunque ha scatenato anche il popolo del web. «Abbiamo presentato querela per circa 20-25 frasi offensive in cui rileviamo il reato di ingiurie – spiega uno degli avvocati di famiglia, Marco Giunti, che in questa vicenda segue Maurizio Lucarelli – La polizia sta indagando. Tuttavia, non è facile risalire alle identità degli autori dei commenti: quasi tutti infatti usano dei nick name. Bisogna tener conto, però, che anche un aggettivo “antipatico” va contestualizzato».
L’inchiesta giudiziaria sulla casa di via dell’Antimonio vede indagati la signora Franca, assegnataria della casa, il figlio Alessandro (accusato di aver usato l’indirizzo di quell’abitazione per una sua società) e il padre Maurizio Lucarelli. Secondo quanto emerso dall’indagine, condotta dal Nucleo tributario della Guardia di finanza e coordinata dalla Procura, i coniugi risultano legalmente separati, ma in realtà starebbero ancora insieme. Per l’accusa questa sarebbe una strategia per poter ancora usufruire dell’alloggio. La difesa invece dice che i due sono effettivamente separati. Inoltre, sempre secondo gli investigatori, la donna lavorerebbe al centro estetico della nuora (la moglie di Cristiano) in via Marradi e quindi non avrebbe, come dichiarato, un reddito pari a zero o quasi. Ovviamente queste sono solo ipotesi investigative che hanno portato la magistratura a contestare i reati di truffa e falsità ideologica in atto pubblico.
Dalle parole degli utenti di Alè Livorno (lo stesso sito che osannava il suo beniamino del pallone, ai tempi in cui Cristiano vestiva amaranto) emerge una fortissima delusione.
C’è chi scrive «vergogna», chi aggiunge «frùgati». Ma anche chi se la prende con coloro che «hanno i vaini e la casa popolare».
Fonte: Il Tirreno