ROMA – Riccardo Iacona lancia un appello e chiede alla tv pubblica uno scatto d'orgoglio. ''Io mi appello al direttore generale della Rai, al presidente al Consiglio d'amministrazione, ma anche ai lavoratori: ma la vogliamo distruggere questa azienda? Ci vogliamo svegliare fra un anno e scoprire che ci sono gli esuberi come in Alitalia perche' non abbiamo investito sul prodotto? Possiamo accettare di perdere trasmissioni che fanno il 20 per cento quando c'e' una sezione di mercato aperta con La 7 che e' molto aggressiva su questo terreno? Allora a tutti dico: poi non vi lamentate quando sarete tutti in cassa integrazione''.
Il conduttore di ''Presa diretta'', programma di approfondimento in onda su Rai Tre, e' ospite dell' VIII Festival Letterario della Sardegna, a Gavoi (NU), dove si sta svolgendo l'ultima giornata di dibattiti e incontri, in un'intervista al portale di informazione ''Tiscali Notizie'' di stamattina, ha definito il momento che sta vivendo l'azienda pubblica ''drammatico''.
''Ad oggi – ha detto ancora Iacona – la situazione e' questa: Santoro non c'e' piu', Saviano il suo programma 'Vieni via con me' lo fara' su La 7 e la Gabanelli non ha ancora firmato il contratto. Non so se Floris abbia siglato ma fino ad una settimana fa non lo aveva ancora fatto''.
Per quanto riguarda il suo programma, spiega il giornalista, ''stiamo lavorando senza contratti perche' nonostante sia stato approvato il palinsesto in enorme ritardo, ci hanno fatto perdere due mesi perche' non gliene frega niente del prodotto, questo e' il punto''. ''E a tutt'oggi – dice – io non ho i contratti per gli inviati di 'Presa diretta'.
Quindi non solo devo fare il programma con due mesi in meno rispetto all'anno scorso, ma c'e' il rischio che la debba spostare in avanti di altre due settimane. Se la sposto piu' avanti – spiega – ci sono meno puntate, quindi c'e' il rischio che la gente veda meno puntate di 'Presa diretta'''.