Clemente J. Mimun sta dalla parte di Augusto Minzolini. In un’intervista rilasciata al settimanale Tv Sorrisi e Canzoni domani in edicola, l’ex direttore del Tg1, oggi a capo del Tg5, entra nella polemica scatenata dalla decisione del suo successore di togliere dal video alcuni storici conduttori dell’edizione serale del telegiornale.
“Non considero la conduzione così importante”, ha detto Mimun. “Il Tg1 ha rinunciato negli anni a conduttori come Frajese, Vespa, Michelini e non è successo nulla. Al Tg5 c’erano Enrico Mentana e Lamberto Sposini e oggi è forte come prima”.
Sulle contestazioni dei giornalisti del Tg1 Mimun ha una posizione decisa: “Il conduttore raccoglie il massimo risultato del lavoro di una grossa squadra. Non voler rinunciare alla conduzione dopo 27 anni per me è una stravagante pretesa. Se uno dice che il tg fa schifo e non lo condivide, non ha che da lasciare almeno la conduzione. Sì, mi riferisco a Maria Luisa Busi. Quand’ero al Tg1 le offrii di andare a Parigi e mi disse di no, pur di rimanere alla conduzione”.
Riguardo al suo telegiornale, il Tg5, Mimun annuncia cambiamenti. Pochi mesi fa ha deciso di affidare la conduzione dell’edizione delle 13 ad alcune giovani telegiornaliste, Simona Brachetti, Costanza Calabrese e Susanna Galeazzi. Spostamenti di mansioni che provocarono allora diverse proteste, soprattutto online. Queste nuove conduttrici “potrebbero fare le Bond Girl”, sostiene il direttore, che però smentisce che a guidarlo nelle scelte sia l’avvenenza. “Sinceramente, ho pronti per la conduzione più donne che uomini”, chiosa.
Nel frattempo prepara cambiamenti anche per l’edizione serale: “Abbiamo una squadra di conduttrici destinata via via a scalare, dalle 8 alle 10, poi alle 13, 17, 20… Però la sera abbiamo già due conduttrici di grande esperienza, Cesara Buonamici e Cristina Parodi, molto amate dal pubblico”.
E sul momento del debutto del nuovo Tg5 non si sbilancia: “Ci vorrà tempo. Ma le novità vanno introdotte quando le cose vanno bene e il nostro tg gode di ottima salute. Il punto è che con il digitale terrestre il pubblico è di fronte a un’offerta gigantesca. Pier Silvio Berlusconi dice che anche noi di Mediaset siamo un servizio pubblico. E io sono assolutamente d’accordo con lui”.