Ratzinger promuove Celestino V: “Fu un cercatore di Cristo”. Infatti fuggì dal trono di Pietro

Benedetto XVI

Promozione improvvisa per Celestino V. A  800 anni esatti dalla sua nascita, infatti, il Papa che Dante affrescò come un vigliacco collocandolo all’inferno, lo stesso che  “fece per viltade il gran rifiuto” si ritrova promosso sull’altare come “cercatore di Cristo”.

E a recuperare la figura di Celestino è il suo “collega” contemporaneo, Benedetto XVI. E’ successo che domenica 4 luglio, Ratzinger è andato a Sulmona proprio per ricordare la figura di questo eremita che, per una serie di ragioni politiche, si trovò a sedere sul trono di San Pietro. Celestino resistette 107 giorni: poi il clamoroso passo indietro. Per 800 anni, complice la penna di Dante, il Papa eremita è diventato l’emblema della viltà, almeno fino a domenica, quando Ratzinger ci ha ripensato.

“E’ stato un ‘cercatore di Dio’, un uomo desideroso di trovare risposte ai grandi interrogativi dell’esistenza: chi sono, da dove vengo, perché vivo, per chi vivo” ha spiegato da Sulmona Benedetto XVI.  Che per “cercare Cristo” il buon Celestino sia dovuto fuggire a gambe levate dal trono di San Pietro, il Papa finge di non ricordarlo.

Quindi altri elogi : quello di Celestino V è stato un “messaggio importante” per la societa’ di oggi “in cui ogni spazio, ogni momento sembra debba essere ‘riempito’ da iniziative, da attivita’, da suoni; spesso non c’e’ il tempo neppure per ascoltare e per dialogare”.

Gli storici della Chiesa sono avvisati: un passo indietro lo può fare anche il Papa. Difficile, forse impossibile, che Benedetto XVI ci stia pensando in prima persona: Ratzinger, nonostante qualche problemino di troppo nel gestire “l’affaire pedofilia” sembra decisamente molto comodo a San Pietro.

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Emiliano Condò