MILANO – “Sono limpido come acqua di fonte. Non sono oggetto di indagine. Non ci sono prove di comportamenti illegali, pertanto perché dovrei dimettermi? Forse questi lettori quattro anni fa hanno votato Penati, chissà dove ci troveremmo ora se avesse vinto lui. La realtà è che la destra ha dimostrato una vera superiorità morale”. Questa la difesa di Roberto Formigoni, nella videochat del Corriere della Sera. Il governatore si è quindi sottoposto alle domande del quotidiano, accogliendo l’invito del direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, ad un confronto aperto nella sede di via Solferino.
La prima domanda: il capodanno del 2009 a Parigi e la vacanza pagata da Pierangelo Daccò. Il presidente della Regione Lombardia ha risposto: “Nessuno mi ha mai pagato vacanze, nessuna regalia. Anche se fare o ricevere doni non è reato”. E di fronte alle prove del viaggio a Parigi: “Amo fare vacanze di gruppo. E per farle ci dividiamo compiti e spese”. Ha fatture o giustificativi per dimostrare quanto dice? “Non ho avuto il tempo di verificare dove ho messo fatture e altro”.
Il cronista di giudiziaria Luigi Ferrarella, autore con Giuseppe Guastella degli scoop sulle indagini che hanno coinvolto l’entourage di Formigoni, ha ricordato al presidente le numerose inchieste e i processi sulle persone a lui più vicine: “Conosco moltissima gente, ma frequento soltanto persone che non sono mai state condannate. Gli avvisi di garanzia, bisogna ricordarlo, sono atti a tutela dell’indagato, non condanne anticipate”.
“Come Regione io sono acquirente di servizi sanitari. A proposito della Maugeri e del San Raffaele devo solo badare alla qualità delle prestazioni sanitarie e alla congruità del prezzo corrisposto”, ha aggiunto Formigoni. E i problemi finanziari del San Raffaele, che poi è fallito? “Non sono di mia responsabilità o competenza”.