Salute: ministero, occhiali 3D siano monouso o puliti e disinfettati

Gli speciali occhialini da utilizzare per guardare un film in tre dimensioni dovranno essere usa e getta, se possibile. Mentre i modelli per i quali non si può ancora adottare l’approccio monouso dovranno essere sottoposti a trattamenti ad hoc in grado di garantire l’assenza di microbi pericolosi per la salute. E’ quanto stabilisce una nuova circolare emanata dal ministero della Salute, redatta sulla base delle nuove considerazioni espresse dal Consiglio superiore di sanità (Css).

La circolare ‘Occhiali 3D per la visione di spettacoli cinematografici’ è stata firmata dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che in una nota sottolinea: “Con questa circolare abbiamo voluto tutelare la salute dei cittadini e contestualmente si è evitato di penalizzare gli operatori commerciali”. Il provvedimento, riferisce il dicastero di Lungotevere Ripa, è stato inviato agli esercenti della sale cinematografiche, ai Dipartimenti di prevenzione delle Asl e al Comando dei carabinieri per la tutela della salute (Nas). Nella precedente circolare in materia, diffusa nel marzo scorso, il ministero evidenziava la necessità che gli occhialini 3D fossero monouso e ne sconsigliava l’impiego da parte dei bimbi minori di 6 anni. Ora le nuove indicazioni, in cui si tiene conto della presenza sul mercato di varie tipologie di occhiali.

Nella nuova circolare si spiega che il Css, “constatata la presenza in commercio di diverse tipologie di occhiali 3D, nonchè la diversa tipologia di materiali con i quali questi sono realizzati, e preso atto delle diverse indicazioni riportate dai produttori in merito al riutilizzo o meno degli stessi occhiali – si legge nel comunicato ministeriale – ha ribadito la necessità di una speciale attenzione ai possibili rischi di trasmissione di infezioni ed ha auspicato che le tecniche produttive possano evolvere garantendo, ove possibile, l’approccio monouso”. Inoltre “il Consiglio ha ritenuto, relativamente agli occhiali 3D che non è possibile considerare monouso per tecnologia e costo, che sia possibile il ricondizionamento degli occhiali 3D attraverso appropriati processi di pulizia e disinfezione ed ha ribadito la necessità che:

a) Nei casi in cui si preveda il riutilizzo degli occhiali da parte di utenti diversi, vengano adottati protocolli di pulizia e disinfezione appropriati per ogni singola tipologia di occhiale, anche in relazione alle caratteristiche dei materiali con cui sono realizzati, e atti a garantire il mantenimento della qualità della visione;

b) Tali protocolli garantiscano, dopo l’effettuazione del trattamento, l’assenza di microrganismi e parassiti patogeni;

c) Il confezionamento degli occhiali sia tale da evitare ricontaminazioni fino all’utilizzo da parte dell’utente.

In conclusione, prosegue la nota del ministero, il Css “ha raccomandato che: – Vengano specificate in modo formale dalla ditta produttrice di occhiali 3D le modalità raccomandate di ricondizionamento, producendo le opportune evidenze circa la garanzia di assenza di microrganismi e parassiti patogeni dopo il trattamento;

Per le tipologie di ricondizionamento già in essere e non conformi alle specifiche indicate dal produttore, l’esercente debba rendere evidenti in modo formale le garanzie di cui sopra; – Venga reso noto in forma scritta agli utenti che gli occhiali, consegnati nell’apposita confezione, sono stati appropriatamente ricondizionati in modo da escludere la possibile trasmissione di agenti patogeni”.

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Lorenzo Briotti