ROMA – Niente finanziamento per la ricerca del professore Paolo Zamboni sulla sclerosi multipla. Il Comitato scientifico della Fism, Fondazione italiana sclerosi multipla ha dato parere negativo per la richiesta di fondi al progetto di ricerca ‘Brave dreams’. Zamboni, sostenitore della correlazione tra la malattia e una condizione nota come CCSVI (ostruzione delle vene del collo e del torace), voleva valutare l’efficacia dell’angioplastica venosa nel controllo della malattia.
Per il Comitato scientifico ”non c’è evidenza scientifica sul nesso causale tra CCSVI e sclerosi multipla tale da giustificare uno studio interventistico”. Inoltre, si legge in una nota ”non è giustificato condurre una sperimentazione clinica su un gran numero di persone senza aver condotto preliminarmente, come da prassi scientifica sperimentazioni con un numero più limitato di soggetti” e infine ”non è giustificato sottoporre un gran numero di persone ai possibili rischi di esposizione alle radiazioni di procedure invasive come la flebografia o al rischio di altri eventi avversi legati al trattamento di venoplastica”.
Il presidente dell’Associazione Nazionale Sclerosi Multipla, Agostino D’Ercole ha commentato: ”Se certi studi sono prematuri, allora bisogna saper aspettare. Proprio per tutelare al massimo, nella ricerca, la salute e la sicurezza delle persone, anche nel caso della decisione sul finanziamento a questo studio l’associazione ha seguito la prassi scientifica consolidata in campo nazionale e internazionale”.
L’Aism, intanto, si impegna a concludere ”entro pochi mesi” un altro studio (Cosmo) ”dal quale ci aspettiamo certezze risolutive sulla possibile associazione tra CCSVI e sclerosi – aggiunge D’Ercole – . Appena si avranno certezze che la CCSVI potrebbe avere un ruolo scientificamente inconfutabile nell’evoluzione di malattia anche solo per poche persone, allora l’associazione sosterrà con convinzione le ricerche”.