USA – Ai pornografi della rete non piace il nuovo ghetto specifico per il pornoweb. Due delle più grandi aziende di siti erotici hanno fatto causa al regolatore di indirizzi internet Icann, per l’introduzione del suffisso xxx.
Manwin Licensing e Digital Playground hanno anche intentato una causa contro l’Icm Registry, che sta utilizzando il nuovo top-level domain name (Tld), in luogo dei domini di primo livello come .com,.edu, .mil, .gov o l’italiano .it.
Le due società affermano che la decisione di creare i nuovi domini .xxx è sbagliata e che Icm ha abusato della sua posizione per ottenerli. Icm, dal canto suo, ha dichiarato che le affermazioni erano infondate. Icann ha invece fatto sapere che sta esaminando il caso.
La Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (Icann) si era inizialmente opposta alla creazione del suffisso .xxx quando Icm ha fatto domanda per il nome nel 2000.
Icann ha sostenuto all’epoca che “non sembra soddisfare bisogni insoddisfatti” dato che contenuti per adulti erano già disponibili sul web e “non esiste alcun meccanismo di richiedere contenuti per adulti per la migrazione dagli esistenti domini di primo livello agli . xxx Tld “.
Anche gran parte dell’industria per adulti si era opposta all’idea, asserendo che ciò avrebbe comportato un aumento dei costi e avrebbe potuto portare ad una “ghettizzazione” del settore.
Tuttavia, Icm ha ripetutamente fatto appello contro la decisione. Nel 2008 ha chiesto che una commissione indipendente riesaminasse la questione. Il panel costituitosi appoggiò la richiesta di ICM e nel marzo di quest’anno il board di Icann ha votato con un risultato di 9 su 3 a favore del movimento.
All’inizio del mese Icm ha annunciato di aver ricevuto più di 80.000 domande per indirizzi web xxx, di cui 78.938 erano venuti da marchi registrati o precedentemente posseduti.
Icm ha detto che prevede di lanciare il suffisso nel 2012 e spera che diventi un “marchio di fiducia … esaltandone il comportamento responsabile e sicuro”.
Manwin – che gestisce il sito web di Playboy – ha emesso un comunicato stampa a margine della causa sostenendo che Icm sta caricando di un ulteriore tassa di iscrizione annuale di circa $ 60 per indirizzo. Il colosso delle conigliette ha sostenuto che era 10 volte il canone versato per altri analoghi domini di primo livello.
In generale si ritiene che l’adozione del suffisso.xxx possa rendere più semplice la fruizione dei contenuti per adulti sulla rete, garantendo a chi non fosse interessato di starne alla larga. In realtà tutta la vicenda sembra ruotare attorno ai soldi: da una parte chi spera di diventare più ricco con la vendita dei nuovi domini, dall’altra chi vede minacciato il proprio business dal cambio di nominativo.