ROMA – Diventa possibile ricostruire chirurgicamente il pene con le cellule staminali. Lo dimostra uno studio internazionale coordinato dall'americano Wayne Hellstrom della Tulane University a New Orleans, pubblicato sulla rivista dell'Accademia di Scienze Americana (Pnas).
Il lavoro, anche se per ora è stato condotto sui ratti, secondo gli autori in futuro potrebbe dimostrarsi efficace anche per contribuire a migliorare la chirurgia ricostruttiva del pene negli esseri umani e ripristinare la funzione erettile se compromessa. La ricostruzione chirurgica del pene, sottolineano gli esperti, è, infatti, spesso usata per trattare condizioni come la malattia di Peyronies, che è segnata dalla crescita, spesso dolorosa, di placche in tutto il tessuto erettile dell'organo.
Nell'esperimento è stato usato un materiale prelevato dall'intestino dei maiali chiamato submucosa intestinale e già usato in chirurgia per la ricostruzione di organi urogenitali come per esempio la vescica. Prima di usarlo per la ricostruzione dell'organo genitale i ricercatori hanno pre-trattato il materiale creando degli innesti di cellule staminali prelevate dal tessuto adiposo dei ratti. In particolare i ricercatori hanno ricostruito una guaina fibrosa (la tunica albuginea) che ricopre alcune regioni del pene chiamate corpi cavernosi.
Otto settimane dopo l'impianto, esaminando la funzione erettile dei ratti, gli autori hanno osservato significative risposte positive nei topi nei quali l'intervento è stato eseguito con il materiale 'inseminato' con le cellule staminali a differenza dei ratti di un gruppo di controllo, che erano stati sottoposti alla ricostruzione del pene con lo stesso materiale ma senza gli innesti di cellule staminali. L'intervento ha anche aumentato fino al 40 per cento il diametro del pene dei ratti.
Le cellule staminali derivate dal tessuto adiposo hanno dimostrato di riparare il tessuto danneggiato, aumentando la differenziazione cellulare e stimolano il rilascio dei fattori di crescita cellulare. Inoltre, sottolineano gli autori, gli innesti di cellule staminali hanno contribuito al ripristino dei tessuti erettili, migliorando il flusso di sangue e stimolando la produzione di ossido nitrico, che aiuta a sostenere l'erezione.