ROMA, 17 APR – "Mercati clandestini dell'oro. E di diamanti. A questi sono ridotti i partiti da una classe dirigente che non rispetta ideali e sacrifici, che vede la politica come mezzo per afferrare il potere, i soldi: il tesoro. Il forziere sotterrato con cura e segnato su qualche cartina nascosta ormai è diventato di dominio pubblico. Per fortuna, aggiungiamo. Ma non possiamo non provare profonda tristezza e un certo sdegno per quello che da mesi a questa parte scopriamo nei minimi dettagli". E' quanto scrive sul suo blog, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra.
"Una politica ridotta a compravendita: silenzio e compiacenza, in cambio di denaro. O peggio: patrimoni gestisti come fossero propri anziché di una comunità che si è sacrificata per la causa in cui credeva. Per un ideale. Oggi questo tipo di offerta viene vista come grossolana stupidità – prosegue Storace – da chi ne gestisce i frutti e dovrebbe invece dare il buon esempio".
E', scrive, "il fallimento di un intero sistema politico malato, che vede la Cosa pubblica come l'albero della cuccagna, come un agrume da spremere. O peggio, un affare di famiglia dove tutto è concesso senza dover dare conto a nessuno. Con spocchia e arroganza intollerabili. Beni e sostanze dei partiti devono essere impiegati solo per fare politica".
"I partiti, per loro definizione, sono espressione dei popoli, e al popolo appartengono. Perché è grazie ai voti dei cittadini che vanno al governo. E' un assioma molto semplice che però sembra difficile da comprendere. Allora facciamo noi una proposta: denari e gioielli, case e beni vengano impiegati per quelle famiglie e quegli imprenditori che per colpa della crisi economica e di una politica incapace non sono stati tutelati, e sono stati indotti persino al suicidio. Si crei un fondo accessibile alle categorie in difficoltà, al popolo. Facciamo politiche sociali vere – conclude Storace – e non a parole. Il tesoro non sono i beni da amministrare, ma i cittadini da governare".