ROMA – In caso di forti terremoti anche chi sopravvive rimane molto piĆ¹ a rischio di morte o di malattia nelle settimane successive all'evento. Lo afferma una review pubblicata dalla rivista The Lancet, che mette in luce i principali problemi che emergono dopo questi disastri.
Secondo i numeri raccolti dagli esperti della Harvard University solo nella scorsa decade i terremoti sono stati responsabili di piu' di 780 mila morti, il 60% del totale causato dai disastri naturali, e per ogni morto in media ci sono tre feriti gravi: "Molte vittime muoiono subito – si legge nell'articolo – un secondo picco di mortalitĆ si riscontra poche ore dopo il sisma, quando soccombono le persone con le ferite piĆ¹ serie come lacerazioni al fegato o alla milza o fratture pelviche. Un terzo picco si ha nelle settimane successive, quando muoiono le persone con sepsi o problemi a molti organi. Chi ha qualche malattia cronica come il diabete ĆØ a maggiore rischio, perchĆØ ĆØ molto difficile l'accesso a terapie e medicine".
Gli esperti hanno anche registrato un aumento dopo i terremoti degli infarti, che possono salire del 35%, della pressione sanguigna e della depressione (fino a un 72% di aumento), e ad essere piĆ¹ a rischio sono gli anziani e i bambini. "L'epidemiologia di mortalitĆ e ferite dovuta ai terremoti ĆØ molto diversa da quella di altre calamitĆ naturali come inondazioni o uragani – poichĆØ i sismi frequentemente colpiscono popolazioni in aree urbane con scarsi standard strutturali questo si traduce in tassi di mortalitĆ piĆ¹ alti".