Correlato al pezzo di Zurlo ce n’รจ un altro di Paolo Guzzanti, in cui il deputato ex Pdl, ora passato fra i “Responsabili”, attacca l’utilizzo degli “eroi” nel dibattito pubblico, volto secondo Guzzanti a mettere i cadaveri di traverso sulla strada di qualunque discussione.
Prendiamo la storia dei magiยญstrati assassinati da terroriยญsti rossi e neri durante gli anยญni di piombo che ieri lโaltro sono stati ricordati anche sulle colonne del Giornale. Ricordiamo ancora una volta i loro nomi, tutti cari al cuore di tutti i cittadini: Emilio Alessandrini, Mario Amato, Fedele Calvosa, Francesco Coco, Guido Galli, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Vittorio Occorso, Riccardo Palma, Girolamo Tartaglione, per restare al solo ambito del terrorismo politico e senza ricordare di nuovo i tanti uccisi dalla mafia, comunque sacrificati in nome dello Stato. […] La polemica che si รจ scatenata in questi giorni, di cui non voglio qui discutere quanto contiene di eccessivo, di politicamente scorretto, รจ tutta contenuta in un errore logico: quello secondo cui se si tocca, si addita, si accusa a torto o a ragione, un solo membro della giurisdizione dei magistrati di comportamenti censurabili, tutto il monoblocco della categoria, o dellโordine monastico (talvolta si ha questa impressione) insorge e mette avanti i suoi morti.
Sarebbe molto meglio se tutti, a destra e a sinistra, rinunciassero a questa categoria loffia dellโeroe […] ร, se vogliamo essere sinceri, un gioco sporco, egoista, sleale e manipolativo. […] Bisogna chiedersi: รจ possibile o no discutere del funzionamento e delle anomalie della macchina dello Stato โ che ci sono e che sono enormi โ senza vedersi recapitare a casa un camion di cadaveri con sopra la scritta ยซeroiยป?
ร possibile immaginare un futuro in questo Paese in cui gli eroi (magistrati eroi, preti eroi, scrittori eroi, maestri eroi… ) possano essere accantonati e che si possa litigare anche a pugni e schiaffi sui temi roventi che dividono, che separano, che rendono desiderabile e produttiva la lite politica, senza essere investiti da un corteo di carri funebri usati come carri armati di eroismo? Questo discorso e questi dubbi mi riportano alla memoria antiche passeggiate serali con Leonardo Sciascia quando lo riaccompagnavo al suo albergo di via Nazionale e ironizzava: ยซSpero che nessuno mi spari, perchรฉ non vorrei diventare un eroe anchโioยป.
