STRASBURGO, 6 DIC – In Italia la liberta' dei media, a causa del ruolo giocato da Silvio Berlusconi, e' a rischio: e' quanto osserva Thomas Hammarberg, il commissario dei diritti umani del Consiglio d'Europa, nel suo commento pubblicato oggi sulla necessita' di rafforzare, in tutti i 47 paesi membri dell'organizzazione, il ruolo del servizio pubblico per garantire il pluralismo dell'informazione.
"In Italia – scrive il Commissario – mentre era primo ministro, Berlusconi era contemporaneamente il maggiore azionista della piu' grande azienda televisiva attraverso il 39% di quote di Mediaset detenute da Fininvest. Questo ha portato a un'interferenza del governo nel settore dei media oltre e sollevare seri dubbi sulla distribuzione del potere in seno alla societa'". Secondo Hammarberg oggi sono due i fattori che mettono a repentaglio la liberta' dei media, uno e' la tendenza dei governi a voler dominare il mercato dell'informazione, l'altro la concentrazione della proprieta' nel settore privato.
Ed e' proprio per sottolineare questo ultimo punto che Hammarberg cita, come unico esempio, il caso italiano. Per il commissario esistono due misure che vanno prese per assicurare la liberta' di informazione. Da un lato vanno contrastate in modo sistematico tutte le tendenze monopolistiche, dall'altro va salvaguardato e anzi accresciuto il ruolo del servizio pubblico. A questo proposito Hammarberg osserva come nei Paesi dove il servizio pubblico e' forte e indipendente (anche dai soldi ricevuti dalla pubblicita') spesso il giornalismo e' etico e di buona qualita'.