Vuoi vedere la Tv? “Risintonizzati!” Tortura digitale per 5 milioni. Costa soldi e fatica

Tortura “digitale” o, nel migliore dei casi, fatica e spesa per cinque milioni e passa di italiani.  Se vivete nel Lazio (ma presto toccherà ai campani e poi a tutti gli altri), se regolarmente pagate il canone Rai, se avete comprato una televisione moderna oppure avete acquistato un decoder, ebbene non basta. Per vedere la tv dovete “risintonizzarvi”. Cioè stare un’oretta a smanettare con il telecomando, se ci riuscite a trovare i canali. Oppure chiamare qualcuno e vi costa 20 euro, oppure rinunciare alla tv per qualche giorno. Il che in effetti conviene perchè, se “risintonizzate” oggi, rischiate grosso di doverlo rifare entro fine mese. E’ questo il “regalo” di mamma Rai e zia Mediaset: tecnologia sì, ma all’italiana. Cioè “cavoli vostri” e buona notte.

Per il Lazio, il 16 novembre è il giorno dello switch-off: si spegne la televisione analogica e tutti i canali passano al digitale terrestre. Un’operazione,  sulla carta, semplice e indolore: si accende il decoder e, in teoria, si vedono più canali di prima con una definizione decisamente migliore che in passato.

Peccato, però, che non sia così semplice. Se, da un lato il  ministero per lo Sviluppo Economico dipartimento per le Comunicazioni fa sapere che tutto sta andando per il meglio e che tutte le tv nazionali sono già disponibili sul digitale, un dato fa riflettere: al numero verde (800.022.000) messo a disposizione dallo stesso ministero, in poche ore sono arrivate oltre 20.000 chiamate.  Quasi tutte – il 90% – per chiedere aiuto sulla risintonizzazione dei canali.

Un’operazione tutt’altro che agevole e alla portata di tutti. Ammesso, infatti, che i circa 5 milioni e mezzo di abitanti coinvolti nello switch-off abbiano tutti il decoder o la tv digitale, c’è poi il problema di farla funzionare. Con il passaggio al dtt, infatti, gran parte delle frequenze sono state sostituite. Risultato: chi accende la tv rischia di trovarsi di fronte a un laconico messaggio di “assenza di segnale”.

In quel caso occorre risintonizzare: una cosa non agevole da fare, soprattutto perché si tratta di  una funzione che, sebbene sia prevista da tutti i decoder, non è evidente. Per gli anziani o chi non è abituato a curiosare con le tv è un problema. Occorre chiamare un tecnico e spendere altri soldi (circa 20 euro). Sembrano pochi ma vanno a sommarsi a quelli che molti italiani hanno dovuto spendere per acquistare una tv nuova o un decoder.

Non solo: il dtt è ancora in fase di test e, almeno fino al 30 novembre, gran parte delle frequenze sono destinate a cambiare ancora. Il rischio concreto è quello si spendere soldi o disturbare un amico “capace” per ritrovarsi, nel giro di qualche giorno, nella stessa identica situazione.

Come se non bastasse, finita l’operazione di risintonizzazione, in gran parte dei televisori i canali andranno poi sistemati manualmente in ordine progressivo. Altra operazione complicata dal fatto che le emittenti sono numerose e “spalmate” su circa 900 posizioni disponibili. Per chi si ritiene in grado di cimentarsi con l’impresa, insomma, il consiglio è la pazienza. Per chi, invece, decide di chiamare un tecnico, il consiglio è di farsi spiegare l’operazione: altrimenti potrebbero essere necessarie nuove chiamate.

Il ministero e Rai Way, però, gongolano e si godono il primato di Roma prima città “all digital”. Cittadini e operatori dei call center, invece, rischiano di essere molto meno soddisfatti.

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Emiliano Condò