Dura presa di posizione della Federazione europea dei giornalisti (Efj) contro la legge bavaglio varata dal governo ungherese che renderebbe l’Ungheria non idonea ad assumere la presidenza di turno della Ue, a partire dal primo gennaio prossimo. Secondo la Federazione dei giornalisti europei, la legge viola il diritto di espressione e riecheggia il controllo politico attuato sui media durante l’era comunista.
”L’Ungheria deve assumere la presidenza semestrale di turno della Ue a partire dal primo gennaio, quello stesso giorno entra in vigore la nuova legge che creerà una copertura per la censura su tutti i media del paese”, dichiara Arne König, presidente della Efj.
”Non è possibile che un paese che ha approvato una legge che mette in pericolo i diritti fondamentali, inclusi quelli della libertà di stampa, possa ora assumere la guida politica e morale della Ue”. La Federazione si appella alla Commissione Ue e alla commissaria ai diritti fondamentali Viviane Reding perché svolgano al più presto un’inchiesta e reagiscano rapidamente.
La legge ungherese continua ad essere oggetto di polemiche anche tra i parlamentari europei. Dopo le critiche dei verdi, oggi il leader dell’Alde, il gruppo liberaldemocratico, Guy Verhofstadt, dichiara che il ”tempo della Pravda è finito” e che il provvedimento ”è inaccettabile”.
Anche il ministro degli Esteri del lussemburghese, Jean Asselborn, ha attaccato la legge del governo di Viktor Orban e chiesto alla Commissione Ue di intervenire con più decisione. ”Per l’Ue è il momento della verità”, ha dichiarato Asselborn. ”Questo ha a che fare con un interesse fondamentale della Ue, in particolare la difesa dei diritti umani. Incoraggio pienamente la Commissione a prendere posizione”, ha sollecitato il ministro, sottolineando che ”quando un Paese viola i diritti umani, qualcuno dovrebbe dire che ‘non giusto”’.
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