ROMA – Ben vengano gli ''stati generali dell'informazione'' ma a promuoverli non siano i partiti ma la Federazione della Stampa Italiana, le associazioni e i movimenti che piu' si sono impegnati nel difendere la liberta' d'informazione in Italia. E' questa, in sintesi, la risposta di Nichi Vendola ad Antonio Di Pietro, che ieri ha sollecitato un impegno comune di Pd, Sel e Idv sull'emergenza informazione nel nostro Paese.
''Siamo di fronte – scrive il leader di Sel nella lettera – alla maggior rivoluzione tecnologica nel campo della comunicazione della storia dell'uomo, eppure i governi nazionali, direttamente o indirettamente, si stanno occupando dell'argomento con gli strumenti piu' vecchi del mondo: censura e privatizzazione degli interessi pubblici. Nel corso di questi anni il conflitto di interessi berlusconiano, ha prodotto sia un inequivocabile vantaggio economico per le reti Mediaset (la Rai ha il 52% di ascolti ma solo il 36% di raccolta pubblicitaria), sia un innegabile vantaggio politico, a partire dall'occupazione e lottizzazione sistematica delle funzioni di responsabilita' presenti nel palinsesto del servizio pubblico.
''Per non parlare – conclude il governatore della Puglia – della follia, anche meramente aziendale, di mettere a rischio programmi di sicuro successo, oltre che spazi di liberta' informativa, come quelli di Santoro, Fazio, Gabanelli e Dandini. Se a cio' si aggiunge l'ultima presa di posizione dell'Agcom, il quadro diventa ancora piu' inquietante, per limitare l'attivita' della rete''.