Bevil Wooding (Trinidad e Tobago), Dan Kaminsky (Usa), Jiankang Yao (Cina), Moussa Guebre (Burkina Faso), Norm Ritchie (Canada), Ondrej Sury (Rep. Ceca), Paul Kane (Regno Unito). Chi sono costoro? Sono i sette uomini scelti per riparare in emergenza il Web in caso di disastri, attentati, violazioni degli hacker. Ognuno di loro custodisce un pezzo del codice segreto necessario a far ripartire il Web. Sette super esperti di informatica, sette guardiani della rete già definiti “templari”. Tecnicamente la qualifica ufficiale è “Recovery Key Share Holders”, in pratica dei condivisori del codice crittografico che, per esempio, nel caso di un attacco serve a spegnere deliberatamente il sistema per evitare ulteriori danni.
In caso di cyber-attacco almeno 5 dei guardiani devono raggiungere gli Usa per ricomporre la “Master root key”, la chiave d’accesso al cuore del sistema Dns (la Root Zone, “sorgente di tutta la conoscenza”) che collega ogni terminale a un indirizzo Ip.
I magnifici 7 non saranno soli, ma disporranno di una squadra di una trentina di esperti, la “Trusted community representatives”.
