LONDRA – Wikileaks, il sito antisegreti fondato da Julian Assange, è nuovamente nella bufera. Intere copie del 'cablegate', ovvero l'archivio che conta oltre 250 mila cablogrammi riservati della diplomazia USA, ha iniziato a circolare liberamente in rete.
Quel che è peggio, i cablo in questione non sarebbero in forma redatta: i nomi di collaboratori e informatori sono cioé scanditi nero su bianco.
Wikileaks ha diramato una nota in cui accusa il Guardian, il quotidiano britannico che per primo l'anno passato ha stabilito un accordo con Assange, di essere responsabile della fuga di notizie: "Un giornalista del Guardian ha reso pubblica una password top-secret per decodificare l'intero archivio dei cablogrammi non redatti in quello che appare un atto di volgare negligenza o malizia". "Abbiamo già parlato con il dipartimento di Stato USA e dato il via ad azioni legali preventive".
Il quotidiano diretto da Alan Rusbridger ha però respinto immediatamente le accuse al mittente. La password incriminata, infatti, è contenuta nel libro scritto da David Leigh (capo del dipartimento investigativo del Guardian e autore dell'accordo con Assange) dedicato al dietro le quinte del cablegate e pubblicato nel febbraio scorso.
"Dire che questo libro, in qualunque modo, abbia compromesso la sicurezza dei file non ha senso", ha ribattuto il quotidiano in una nota. "Ci era stato detto che la password era temporanea, che sarebbe scaduta entro poche ore". Giusto il tempo insomma di scaricare il cablegate sui computer della redazione.