Yahoo! compie 15 anni e Carol Bartz, il numero uno della colosso del web, a riguardo della vendita a Microsoft dichiara: «La società andava ceduta. È difficile – avrebbe detto la manager – giudicare una trattativa se non la si è seguita in prima persona ma di fronte a una proposta di quel tipo difficilmente avrei rifiutato».
Le due società dallo scorso luglio si sono alleate per offrire servizi di search advertising: quando Microsoft lanciò la scalata il Ceo di Yahoo! era Jerry Yang e sul piatto dell’offerta ci finirono grosso modo 40 miliardi di dollari.
Carol Bartz, in sella dal gennaio scorso, ha però liquidato la possibilità che l’azienda possa essere ceduta in un prossimo futuro, ipotesi ventilata più volte e ripresa nel corso di un’intervista dei giorni scorsi, con un secco «the company is not for sale» proferito davanti ai giornalisti convenuti al brindisi organizzato nel quartier generale di Sunnyvale. Sul fatto che ci sia ancora tanto lavoro da fare per Yahoo! invece non ci sono dubbi e una delle strade che percorrerà Yahoo! per crescere sarà quella delle acquisizioni di piccole aziende hi-tech con meno di 100 dipendenti altamente specializzate.
La battaglia a distanza con Google sul fronte dei servizi e della pubblicità on line è stato un altro argomento ricorrente nelle esternazioni del Ceo, che a tal proposito ha fatto chiaramente capire come l’accordo commerciale firmato la scorsa estate con Microsoft abbia dato maggiore forza competitiva alla sua società nei confronti della casa di Mountain View.
La Bartz si è dimostrata tutto sommato personalmente poco “interessata” su quelle che sono le prese di posizione degli organi antitrust, confermando in tal senso la posizione ufficiale di non belligeranza di Yahoo! nei confronti del Dipartimento di Giustizia Usa riguardo la posizione dominante di Google, e ha pure espresso solidarietà per la rivale riguardo la nota sentenza di condanna pronunciata dal Tribunale di Milano, rimarcando come i recenti accadimenti rischiano di rendere l’Europa un terreno incerto per le Internet company americane.
Google è quindi un avversario da battere ma sul campo e non grazie ad emendamenti in carta bollata. Evitando di prendere posizione sulla questione Google-Cina, la Bartz ha confermato come la chiave del successo siano da una parte nella qualità dei contenuti “home made” da offrire agli utenti e dall’altra la capacità di mettere a disposizione degli investitori strumenti pubblicitari altrettanto interessanti.
Anche il fatto che i social network come Facebook abbiano superato Yahoo! per numero di utenti non deve destare preoccupazione: la comunità di internauti fedele ai servizi della società è già abbastanza numerosa e non necessita di essere ulteriormente arricchita fuori dai confini Usa a prezzo di costosi nuovi investimenti.
Per quanto riguarda infine la quota che la società detiene all’interno del mercato Usa, con i servizi di search nel 2009 fermi a circa il 17 per cento, secondo la Bartz ci vorrà ancora del tempo prima che la trasformazione avviata dalla sua gestione veda i primi frutti. Il numero uno di Yahoo! ha infatti dichiarato di «non avere la bacchetta magica».
