VENEZIA – L’Avvenire contro Vittorio Sgarbi? Lo sostiene Luigi Mascheroni sul Giornale, citando due articoli del quotidiano della Cei che avrebbero messo in cattiva luce Sgarbi, che cura uno dei padiglioni della rassegna artistica.
Scrive Mascheroni: “Il primo, firmato dal critico MauriÂzio Cecchetti, è una feroce stronÂcatura della rassegna, particolarÂmente pesante nella parte riguarÂdante il Padiglione Italia curato da Vittorio Sgarbi, il quale coragÂgiosamente non viene mai citato per nome, ma solo indicato coÂme il «furetto furoreggiante» o il «critico-controÂtutti », accusato di aver ridotto la mostra a «circo», di aver allestito una «surreale abÂbuffonata », di aver fatto puro «avanspettacolo»”.
Il secondo pezÂzo, prosegue Mascheroni, è “del poeta Davide Rondoni, pubblicato in seconda pagina, quella che ospita gli editoriali delÂÂla testata, è invece una riflessione sull’arte sacra e sulla presenza di Dio nelle opere ospitate nella Biennale: un commento calibraÂto, per nulla acritico rispetto al laÂvoro di Sgarbi ( anzi, in parte addiÂÂrittura scettico), dove (però!) il PaÂdiglione Italia viene giudicato «una provocatoria messa in queÂstione della criticÂa d’arte contemÂporanea e di certi assetti di potere ideologico-commerciale» dove «in alcune opere abbaglia una specie di meraviglia per la vita».”
