BERTOLDO: Tenebrosa.
ARCIDUCA: Tutto lì?
BERTOLDO: Nera.
ARCIDUCA: Le convulsioni che la dilaniano?
BERTOLDO: Tribali.
ARCIDUCA: E fanno temere?
BERTOLDO: Il ritorno al sanguinoso periodo post-coloniale.
ARCIDUCA: Che cosa vi si è sostituito?
BERTOLDO: Allo sfruttamento del bianco sull’indigeno, si è sostituito lo sfruttamento dell’indigeno furbo sull’indigeno fesso.
ARCIDUCA: Le sue sconfinate ricchezze?
BERTOLDO: Dilapidate da sergenti che si sono proclamati generali.
ARCIDUCA: Tuttavia le sue bellezze, laghi, fiumi, foreste, praterie eccetera?
BERTOLDO: Ineguagliabili e inesauribili.
ARCIDUCA: A meno che?
BERTOLDO: Il turismo di massa non ne faccia scempio.
ARCIDUCA: Che dovrebbero fare gli africani?
BERTOLDO: Dipende.
ARCIDUCA: Dipende da che cosa?
BERTOLDO: Da chi parla. Se parla uno che se ne infischia dell’Africa, dovrebbero costruirsi il futuro con le proprie mani.
ARCIDUCA: E uno che non se ne infischia?
BERTOLDO: Costruirlo con l’aiuto dell’Occidente opulento.
ARCIDUCA: E l’Occidente opulento che dice?
BERTOLDO: Non dice. Vende armi, bibite, videocassette porno, latte in polvere, medicinali scaduti.
ARCIDUCA: Come vedi dunque il futuro di questo continente?
BERTOLDO: Nero.
ARCIDUCA: I pigmei…
BERTOLDO: Vivono nelle foreste dell’Africa centrale. Hanno regole precise. Per esempio alla visita medica per il servizio militare i più alti di statura vengono scartati.
ARCIDUCA: Dimmi dei selvaggi…
BERTOLDO: Adoravano tronchi di albero decorati con fiori, frutti, pelli di animali. Poi qualcuno ha portato loro bibite in lattina, orologi di plastica, magliette t-shirt, radioline, telefoni cellulari. Li hanno appesi agli alberi e li adorano. Esattamente come facciamo noi. E per restare in Africa, mi permetti una delle mie Commedie Sintetiche?
