ARCIDUCA: Che cosa lascia il defunto?
BERTOLDO: Un vuoto incolmabile.
ARCIDUCA: Ma è veramente scomparso?
BERTOLDO: No, vivrà eternamente nei nostri cuori.
ARCIDUCA: Chi partecipa al funerale?
BERTOLDO: L’intera cittadinanza. Autorità civili e militari. Esponenti del mondo dell’imprenditoria, della cultura e della società civile.
ARCIDUCA: E quelli della società incivile?
BERTOLDO: Assenti, ma presenti spiritualmente e con fiori e telegrammi di adesione.
ARCIDUCA: L’orazione funebre?
BERTOLDO: Suscita brividi di intensa pietà.
ARCIDUCA: Perchè?
BERTOLDO: Rievoca commoventi episodi.
ARCIDUCA: Le signore presenti?
BERTOLDO: Si abbandonano ai singulti.
ARCIDUCA: La vedova affranta?
BERTOLDO: E’ sostenuta dagli amici più intimi e dagli estimatori dello scomparso.
ARCIDUCA: Il quale?
BERTOLDO: Morì come era vissuto.
ARCIDUCA: Vale a dire?
BERTOLDO: In pace con se stesso e assai meno con gli altri.
ARCIDUCA: Alla mesta cerimonia, i figli che facevano?
BERTOLDO: Affrontavano lo strazio con composta virilità.
ARCIDUCA: Vedova e congiunti uniti?
BERTOLDO: Nell’impossibilità di rispondere singolarmente, vedova e congiunti uniti rivolgono un accorato ringraziamento a quanti hanno voluto far sentire il proprio solidale dolore.
ARCIDUCA: Ricordando?
BERTOLDO: Le elette qualità del defunto.
ARCIDUCA: Strappato?
BERTOLDO: Dall’orribile morbo.
ARCIDUCA: Quale morbo?
BERTOLDO: Una banale costipazione.
ARCIDUCA: A chi il morbo lo ha strappato?
BERTOLDO: All’affetto dei suoi cari, che vogliono esprimere la loro immensa gratitudine al professor Velocis per l’assistenza instancabile e affettuosa sino all’ultimo istante.
ARCIDUCA: Purtroppo?
BERTOLDO: Purtroppo la scienza non fa miracoli.
