BERTOLDO: Ugualmente nella carta stampata. E ma-gari ci andassero, i cronisti, a intervistare. No. Nessuno si muove più dalla redazione, nessuno si allontana più dal telefono. Siamo in pieno giornalismo telefonico. E’ comodo e rapido. Domanda e risposta. Se cade la linea, richiami. I più impudenti, per dare l’impressione di avere l’interlocutore davanti in carne e ossa, e non sul filo, ne descrivono l’abito, la cravatta, i gesti di stizza, di meraviglia. Senza averli mai visti. Poi c’è l’intervista al citofono…
ARCIDUCA: Citofono?
BERTOLDO: Sì, dalla strada domande ai parenti della vittima, al detenuto costretto ai domiciliari. Un po’ come l’intervista dal predellino?
ARCIDUCA: Ma cosa dici…
BERTOLDO: Certi uomini politici, per la fretta, vengono intervistati mentre salgono sull’auto blindata. Le loro vengono definite “interviste dal predellino”…
ARCIDUCA: Sbaglio, oppure i giornali indulgono a pettegolezzo politico, al gossip?
BERTOLDO: E’ il giornalismo-portineria, che dedica paginate ai retroscena del Palazzo, ai segreti della vita dei partiti o al fine settimana dei leaders, e ci porta a saper tutto della barca a vela di tizio, e quanto è costata, dove viene or-meggiata, sulla megavilla in Sardegna di quell’altro, sul cuoco di caio, sull’ultima amica di sempronio, come se il pubblico non avesse altri problemi per la testa e altre curiosità… Per non parlae dei vizietti narrati scoprndo le lenzuola: escort, trans, natiche, silicone, ricatti, magari anche cocaina…
ARCIDUCA: Il tuo pensiero sulle droghe.
BERTOLDO: L’hashish sta ala cocaina come il lambrusco all’amarone.
ARCIDUCA: Qual è la distanza più breve tra due punti?
BERTOLDO: La metropolitana.
ARCIDUCA: Come è il traffico?
BERTOLDO: Convulso.
ARCIDUCA: Dove sono i vigili?
BERTOLDO: Altrove.
ARCIDUCA: I semafori?
BERTOLDO: Uno sì e uno no, fuori sincrono.
ARCIDUCA: E gli altri?
BERTOLDO: Spenti.
ARCIDUCA: Le strisce pedonali?
BERTOLDO: Svanite sin da tre Sindaci fa.
ARCIDUCA: Il parcheggio?
BERTOLDO: Esaurito. Nemmeno un posto in piedi.
ARCIDUCA: La tregua?
BERTOLDO: Armata.
ARCIDUCA: Il tonfo?
BERTOLDO: Sordo.
ARCIDUCA: Il battito?
BERTOLDO: Regolare.
ARCIDUCA: Le carte?
BERTOLDO: In tavola.
ARCIDUCA: Il panorama?
BERTOLDO: Ridente e ameno.
ARCIDUCA: I cibi?
BERTOLDO: Semplici ma sani.
ARCIDUCA: Tu che cosa ordini?
BERTOLDO: Due di tutto.
ARCIDUCA: Il servizio?
BERTOLDO: Non compreso nel conto.
ARCIDUCA: Pane e coperto?
BERTOLDO: Non compresi nel conto.
ARCIDUCA: Che cosa dunque è compreso nel conto?
BERTOLDO: L’appartamento che s’è comperato l’oste al Forte dei Marmi.
ARCIDUCA: Siamo andati un po’ fuori dal seminato… Vedi i cortigiani? Non sanno se ridere o restare seri.
BERTOLDO: Quelli ridono a comando. Non li hai as-sunti per questo?
ARCIDUCA: Insolente! Non apprezzi proprio nessuno! Ami almeno l’infanzia?
BERTOLDO: Il pianto di un bimbo commuove persino il mostro di Bruxelles, i primi dieci minuti.
ARCIDUCA: Mamme quante ce n’e?
BERTOLDO: Una sola. Figli purtroppo no.
ARCIDUCA: Padri?
BERTOLDO: Rispondo con una penosa sintetica commedia.
