ARCIDUCA: Uno dei quali…
BERTOLDO: Uno dei quali pare fosse stato notato a cena, la vigilia, con il vice presidente della squadra avversaria.
ARCIDUCA: Nonostante questo…
BERTOLDO: I nostri hanno accettato la sfida senza cedere mai sul piano morale nè su quello fisico.
ARCIDUCA: Qualcuno dei nostri si è forse risparmia-to?
BERTOLDO: Nessuno. Neanche un attimo. Non solo ci hanno messo gambe, caviglie, gomiti ma anche, se permettete, un bel po’ del loro cuore.
ARCIDUCA: E questo perchè?
BERTOLDO: Perchè il nostro allenatore aveva schierato una formazione da combattimento.
ARCIDUCA: Sicchè quando il gusto acre della batta-glia…
BERTOLDO: Quando il gusto acre della battaglia e l’impegno strenuo hanno più valore del gioco medesimo, ecco come il Mister sa farsi valere. Parola di Cronista.
ARCIDUCA: Non è lo stesso Mister che poche ore pri-ma dell’incontro, nel leggere le severe critiche del Cronista, gli aveva dato pubblicamente del cornuto?
BERTOLDO: Stesso Mister e stesso Cronista.
ARCIDUCA: In conclusione?
BERTOLDO: In conclusione, solleviamo la testa e dia-mo merito ai nostri di avere offerto una prova più che convincente.
ARCIDUCA: Risultato?
BERTOLDO: Zero a zero. Un pareggio che ci siamo meritato tutto.
ARCIDUCA: Vedo che la lettura dei giornali sportivi ti ha suggestionato… Anche la televisione ti produce il medesimo effetto? Come è la televisione?
BERTOLDO: Diseducativa.
ARCIDUCA: Che cosa fa alle emozioni?
BERTOLDO: Le banalizza.
ARCIDUCA: Quella commerciale?
BERTOLDO: Promuove e difende grandi interessi privati.
ARCIDUCA: Spesso?
BERTOLDO: Spesso proponendo programmi spazza-tura.
ARCIDUCA: Quella pubblica?
BERTOLDO: Lottizza.
ARCIDUCA: E si avvia?
BERTOLDO: A diventare una tv di regime.
