ROMA, 3 MAG – ”Un riconoscimento che credo vada a me, ma anche a 53 anni di attività ininterrotta dell’Istituto Nazionale di Architettura”. Il neo curatore del Padiglione Italia della Biennale Luca Zevi, 62 anni, presidente della sezione laziale dell’Inarch, commenta cosi’ in una conversazione con l’Ansa l’incarico appena ricevuto dal ministero dei beni culturali. Il suo progetto per Venezia e’ stato preferito a quello di altri nove professionisti, ( si erano fatti i nomi di Fulvio Irace, lo studio Moschini, lo studio Ferlenga, Margherita Petranzan) ha avuto il plauso del ministro Ornaghi, che ha tenuto a sottolineare di essere ”molto soddisfatto della scelta”. Lui risponde gentilissimo e spiega: ”Credo che la mia sia una proposta aderente alla fase che stiamo vivendo”.
In uno scarno comunicato arrivato a fine giornata dopo le polemiche rilanciate anche oggi dalla stampa per il ritardo con il quale si stava provvedendo alla nomina, Ornaghi aveva anticipato che Zevi ”rappresentera’ in modo innovativo e significativo il tema dell’architettura italiana contemporanea in rapporto allo sviluppo, alla sostenibilita’ ambientale e al rispetto del territorio”, rinviando le spiegazioni ad una prossima conferenza stampa.
Zevi racconta qualcosa di piu’: ”L’idea e’ di affrontare i problemi del tempo che stiamo attraversando- dice- non facendo si’ che l’architettura venga soffocata dal momento, ma certamente facendo in modo che l’architettura faccia i conti con il momento”. Guardare ai problemi anche per trovare delle soluzioni e immaginare un percorso di rilancio del Paese, aggiunge. Un rilancio che per Zevi ha le sue radici in esperienze come quella di Adriano Olivetti, che proprio per questo, dice, ”abbiamo deciso di prendere a paradigma di un modo di affrontare i problemi fortemente legato alla tradizione del territorio italiano”. Attenzione sul Made in Italy, dunque, ”con l’idea di illustrare seppure in una maniera frammentaria i grandi produttori italiani”. Perche’ molti di quelli che hanno dato prestigio al Paese, nota l’architetto romano, ”hanno esteso la qualita’ e l’eccellenza dei loro prodotti anche alle sedi delle loro industrie”. Dal caso paradigma di Olivetti a tante altre eccellenze italiane, grandi aziende come Ferrari, Benetton, Guzzini, Prada ”ma anche tante altre piu’ piccole e meno conosciute in cui anche spazialmente viene presentata la qualita’ italiana”.
Non solo. Altro impegno del Padiglione firmato da Zevi, sara’ quello di ”affrontare in anticipo le tematiche annunciate per l’Expo di Milano 2015 con il tema di politiche urbanistiche che prendano atto che un ciclo e’ trascorso e che per aver una nuova crescita oggi ci vuole una maggiore sostenibilita’ e una minore occupazione di suolo, una trasformazione delle nostre citta’ in nome della complessita”’. Obiettivo, illustrare quello che si fa ma anche dare degli indirizzi, portando in mostra ”il pulviscolo di esperienze che ci sono in giro, quelle degli architetti ma anche quelle dei cittadini, l’esperienza degli orti in citta’, l’occupazione virtuosa di spazi pubblici”. Di certo un programma ambizioso, anche tenendo conto del tempo a disposizione, che e’ oggettivamente poco ( la biennale apre i battenti il 25 agosto). Zevi,progettista fra l’altro del nuovo museo della Shoah a Roma, e’ contento e modesto ”vediamo come andra’, e’ una bella sfida”.
