
La statua di Nefertiti, regina e moglie del faraone Akhenaten, sta causando un vero e proprio incidente diplomatico tra Germania e Egitto. La scultura, risalente al 1300 a.c., infatti, da venerdì 16 ottobre è esposta nella sua nuova sede al Neues Museum di Berlino.
Per la cerimonia è scesa in campo direttamente il cancelliere Angela Merkel. Ma neppure questo è riuscito a risparmiare l’inaugurazione dalle polemiche. Gli egiziani, infatti, accusano i tedeschi di averla portata via illegalmente e la rivogliono indietro.
Il busto di Nefertiti, in calcare e stucco, si trova in Germania dal 1913 quando l’archeologo Ludwig Borchardt la portò in patria. Secondo i tedeschi, però, non ci fu niente di illegale. Da Berlino assicurano che, dopo lo scavo, ci fu una divisione dei reperti che sarebbe provata da documenti. La regina, quindi, sarebbe oramai tedesca a tutti gli effetti.
Decisamente diverso il parere egiziano: per Zahi Hawass, capo del dipartimento di antichità egiziane, il busto è stato trafugato e deve rientrare in patria. Un’operazione, però, resa anche complessa dalla delicatezza del busto che, secondo i tedeschi è fragilissimo e non potrebbe, anche volendo ( e i tedeschi non vogliono assolutamente), affrontare un viaggio in sicurezza.
Da Berlino, poi, affermano che, probabilmente gli egiziani non sono in possesso della tecnologia per conservare correttamente il busto.
A rendere ancora più delicata la questione, poi, ci si è messa anche la bocciatura della candidatura egiziana alla guida dell’Unesco, l’agenzia Onu per la tutela del patrimonio artistico e culturale. L’uomo del Cairo, Faruq Hosni, ministro della Cultura, inizialmente sembrava il favorito. Poi alcune dichiarazioni molto discutibili ne hanno pregiudicato l’elezione.
Hosni, infatti, ha dichiarato la sua intenzione di bruciare di persona ogni libro israeliano presente nelle biblioteche egiziane. Affermazione infelice che gli è costata l’elezione. La bocciatura del ministro, però, ha provocato una serie di reazioni a catena: prima di tutto Hawass ha accusato di furto di antichità la Francia. Quindi l’attacco ai tedeschi sul busto di Nefertiti.
La Germania, approfittando della segretezza del voto, ha scelto di non far sapere “vista la delicatezza della questione” a quale candidato sia andata la loro preferenza. Dal ministero degli esteri però affermano che «la questione di Nefertiti non ha inciso nella scelta».