ROMA – No ai muratori per il restauro del Colosseo. L’Anfiteatro Flavio non è un edificio qualunque. Servono degli esperti. E’ l’appello dei restauratori italiani al neo-ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi.
L’Associazione dei restauratori italiani si è rivolto con una lettera al ministro alla vigilia dell’avvio di lavori finanziati da Diego Della Valle per “evitare danni irreparabili al monumento più celebre d’Italia”.
In base al bando per la gara d’appalto emesso dal Commissario dell’area archeologica romana Roberto Cecchi, neo-sottosegretario ai Beni Culturali, “il restauro dei monumenti archeologici non deve essere più di competenza delle imprese di restauro specialistico”, ma di imprese edili “chiamate a eseguire lavori che per più del 50 per cento sono di pertinenza specialistica”. Quindi muratori al posto dei restauratori.
Già lo scorso febbraio l’Ari (l’associazione dei restauratori italiani) aveva denunciato che dei 7 milioni sui totali 25 messi a disposizione da Della Valle per il restauro del Colosseo, soltanto un milione era destinato ai lavori di restauro delle parti decorate, attraverso la pulitura delle incrostazioni, l’eliminazione della vegetazione e del calcare. Ora i soldi per il restauro vero e proprio sarebbero saliti a quattro milioni. Ma resta la questione tempo.
Il commissario Cecchi ha chiesto alle imprese di presentare i progetti esecutivi entro 30 giorni anziché i soliti 60. Secondo l’Ari “tanta fretta penalizza soprattutto le piccole aziende dei restauratori”.