ROMA, 11 FEB – Da Caravaggio
a Bacon, dal Moroni e Pitocchetto a Giacometti , Morlotti,
Manzu' la grande pittura europea, antica e moderna, amata dal
drammaturgo e storico dell'arte Giovanni Testori (1923-1993) e'
al centro di una bella esposizione, allestita dal 19 febbraio al
Mar di Ravenna. Esposte oltre cento opere fra quelle da lui
piu' studiate e ammirate, nonche' alcuni pezzi appartenuti alla
sua collezione per mettere a fuoco scuole e movimenti attraverso
cinque secoli d'arte.
Intitolata 'Miseria e splendore della Carne: Caravaggio,
Courbet, Giacometti, Bacon. Testori e la grande pittura
europea', l'importante rassegna (realizzata grazie al sostegno
della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna) e' stata curata
da Claudio Spadoni, supportato da un prestigioso Comitato
scientifico, composto tra gli altri da Mina Gregori, Antonio
Paolucci, Andrea Emiliani. La selezione di dipinti e sculture e'
stata mirata a ricostruire l'ambito delle passioni, quasi
viscerali, dello scrittore di ispirazione cattolica, la cui
opera e' intrisa da un profondo sentimento religioso vissuto in
tutta la sua spiazzante e contemporanea complessita'.
Allievo di Roberto Longhi, Testori fin dai primi anni '50
intraprese con successo un'infaticabile attivita' di critica
d'arte con pubblicazioni e mostre. I suoi studi si concentrarono
soprattutto sulla pittura lombarda, dal realismo cinquecentesco
al manierismo de XVIII secolo , anche se l'interesse dominante
per l'arte antica e moderna non gli impedi' di avvicinarsi a
pittori a lui contemporanei come Guttuso, Cassinari, Morlotti,
di cui seguiva con amicizia l'evoluzione espressiva.
Il percorso della mostra si articola quindi in diverse
sezioni dedicate appunto ai vari periodi della storia dell'arte
studiati dal critico milanese e agli artisti da lui amati, a
partire dai suoi primi scritti su Manzu', Matisse, Morlotti, poi
i francesi Courbet e Gericault. Ampio spazio e' stato dedicato
agli approfondimenti e alle riscoperte nell'ambito della pittura
di realta' in Lombardia del '500, con opere di Gaudenzio
Ferrari, Foppa, Savoldo, Romanino, Moretto, mentre per il '600
ecco i capolavori di Moroni, Ceresa, Fra Galgario, Ceruti. Si
prosegue con i manieristi lombardo-piemontesi (Cerano,
Morazzone, Daniele Crespi, Cairo) accompagnati da Caravaggio,
grande passione dichiarata di Testori. Del Merisi sono in mostra
il famoso 'Ragazzo morso dal ramarro' custodito dalla Fondazione
Roberto Longhi e un foglio (attribuito) con Testa di putto, uno
studio per la Nativita' dell'Oratorio di Palermo sul recto e lo
Studio per una figura e per una mano sul verso.
Si prosegue con l'attenzione del critico a esponenti della
Nuova Oggettivita' (Dix, Grosz, Radzwill), Nuovi Selvaggi
(Fetting, Hodicke, Zimmer, Salome') e Nuovi Ordinatori (Albert,
Chevalier, Schindler, Merkens), per finire ai piu' celebrati
Bacon, Giacometti, Sutherland, Sironi, Guttuso, Gruber, Marini,
fino a Cucchi e Paladino. Di ognuno di questi artisti sono
esposte diverse opere, in alcuni casi quelle stesse scelte e
possedute da Testori. La rassegna presenta infine anche un
omaggio a Testori con la selezione di ritratti fra i tanti
eseguiti da diversi pittori per lo studioso. .