ROMA – Palazzi storici a rischio per effetto del decreto sviluppo. Nelle norme dedicate alla 'costruzione delle opere pubbliche', ''per riconoscere massima attuazione al Federalismo Demaniale e semplificare i procedimenti amministrativi relativi ad interventi edilizi nei Comuni che adeguano gli strumenti urbanistici alle prescrizioni dei piani paesaggistici regionali'', viene infatti modificato il Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004, in cui si tutelavano appunto come 'beni culturali' i palazzi la cui costruzione risaliva a 50 anni prima. Il limite viene ora esteso per i beni immobili a 70 anni, il che significa, secondo quanto scrive il quotidiano La Repubblica, che edifici come il Pirellone (1960) o il Palazzo dei Congressi di Roma (1952) non rientrano piu' nelle tutele previste dal Codice e sono a rischio svendita. In piu' il parere del sopraintendente '' assume natura obbligatoria'' ma ''non vincolante'' e, ''ove non sia reso entro il termine di novanta giorni dalla ricezione degli atti, si considera favorevole''.
