ROMA 12 FEB – Dopo l'Impressionismo, prima delle avanguardie del '900, il movimento divisionista rappresenta una grande stagione della pittura italiana, che una bella mostra allestita dal 25 febbraio a Palazzo Roverella di Rovigo esplora nelle sue molteplici sfaccettature. Esposti capolavori di Previati, Segantini, Pellizza da Volpedo, ma anche di Balla, Boccioni, Severini e Carra' , provenienti da collezioni pubbliche e private, in alcuni casi mai esposti prima d'ora al pubblico.
Intitolata 'Divisionismo. La luce del Moderno', l' importante rassegna (promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con il comune di Rovigo e L'Accademia dei Concordi), e' stata curata da Francesca Cagianelli e Dario Matteoni , che hanno voluto sottolineare l'assoluta originalita' della produzione nazionale, che niente ebbe da invidiare al Puntinismo, nato in Francia in seno all'Impressionismo. Anzi, forse ancor di piu' dei cugini francesi, i pittori italiani elaborarono un linguaggio espressivo e una poetica che favorirono la nascita delle avanguardie storiche del primo '900.
Il periodo preso in considerazione dalla mostra e' quello che va dal 1890 all'indomani della Grande Guerra. Negli anni in cui in Francia Signac e Seraut accostavano puntini di colori puri senza mai mischiarli in rispetto alle leggi della mescolanza ottica e ai principi della forma, anche in Italia diversi artisti iniziarono un'analoga ricerca espressiva, ma in maniera meno ortodossa e poco caratterizzata dall'interesse scientifico. Il focus delle loro di sperimentazioni era quello di affrontare, alle soglie del nuovo secolo, di affrontare con tecnica spesso audace e coraggiosa le tematiche dell'incalzante modernita': il mutato rapporto con la realta' agreste e l'evoluzione delle metropoli, le scoperte scientifiche e gli incombenti conflitti sociali. E' la prima effettiva cesura rispetto agli stili del passato.
Cosi', nel Divisionismo italiano i puntini e le barrette colorate dei francesi diventano filamenti frastagliati che invece di accostarsi spesso si sovrappongono, quasi a precorrere il dinamismo futurista. Non si trattava solo di pittura di luce e colore. Profondamente diverso era lo spirito, perche' la nuova tecnica pittorica serviva soprattutto a rappresentare, meglio di altre, l'intimita', spiritualismo, simbolismo, fino all'ideologia politica. Ovvero i sentimenti, le passioni, le istanze che univano quella generazione di artisti. Nel rileggere la storia del movimento, la mostra riunisce le diverse anime e le varie personalita', anche quelle dimenticate.
Ecco Vittore Grubicy de Dragon e il suo Divisionismo fatto di musica e di ricerca scientifica o Plinio Novellini, icona del Divisionismo tra Toscana e Liguria, anche se al centro della rassegna ci sono gli artisti piu' celebrati: Previati, Segantini, Morbelli, Pellizza da Volpedo. E ancora il ricordo della storica Sala Divisionista della Biennale del 1914 fino alla straordinaria stagione divisionista di artisti come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini, Carlo Carra' e alla Secessione Romana. Ultimi, emozionanti bagliori di una vicenda artistica che va a concludersi, per sfociare nel rivoluzionario 'nuovo' del Futurismo.
