ARCIDUCA: Entrambi.
BERTOLDO: Secondo il pubblico in delirio il tenore conserva la voce d’oro di un ragazzo. Secondo la critica è la solita insalata di romanze e vecchie canzonette, che gli fanno guadagnare un mucchio di soldi ma non impegnano più di tanto la provata ugola del Nostro.
ARCIDUCA: E secondo il tenore?
BERTOLDO: Ciò che dice ai cronisti o ciò che pensa realmente?
ARCIDUCA: Ambedue le cose.
BERTOLDO: Ai cronisti dice: «Una serata tra le più riuscite della mia lunga carriera». In realtà pensa: «Un altro di questi strapazzi, mi si blocca il si bemolle e addio monti sorgenti».
ARCIDUCA: Vedo dunque che vai a teatro…
BERTOLDO: Sicuro che ci vado. Non mi perdo una novità, una ripresa, una replica.
ARCIDUCA: Come era la commedia?
BERTOLDO: Originale l’idea, interessanti le intenzioni, fragile l’impianto, debole il dialogo.
ARCIDUCA: E l’interpretazione?
BERTOLDO: Complessivamente inaccettabile.
ARCIDUCA: Purtroppo…
BERTOLDO: Purtroppo vuoi la regia pasticciona vuoi la cattiva serata della protagonista hanno indisposto gli spettatori.
ARCIDUCA: I quali?
BERTOLDO: I quali in parte hanno abbandonato la sala alla fine del secondo atto.
ARCIDUCA: E i rimasti?
BERTOLDO: I rimasti hanno manifestato scontento e disapprovazione con fischi e zittii.
ARCIDUCA: Gli altri?
BERTOLDO: Bene gli altri.
ARCIDUCA: La critica, chi rimpiange?
BERTOLDO: Senza andare tanto indietro rimpiange autori come Plauto e Molière e interpreti della statura di una Eleonora Duse.
ARCIDUCA: Invece?
BERTOLDO: Invece constatiamo dolorosamente una inopia di creatività…
ARCIDUCA: Inopia?
BERTOLDO: Povertà, indigenza, miseria, ristrettezza, bisogno di creatività…
ARCIDUCA: Quanto agli attori principali?
BERTOLDO: Si sente la mancanza di una scuola dura e severa. La televisione li ha lusingati con il denaro e la falsa popolarità.
ARCIDUCA: E ancora, sempre secondo la critica…
BERTOLDO: Li ha omologati, omogeneizzati, resi tutti uguali e tutti mediocri.
ARCIDUCA: Ecco dunque spiegate…
BERTOLDO: Ecco dunque spiegate le ragioni della crisi.
ARCIDUCA: Per non parlare della… delle…
BERTOLDO: Della pubblicità e delle sponsorizzazioni, che vedono gli attori umiliati nelle vesti di uomini-sandwich.
ARCIDUCA: Uomini che?
BERTOLDO: Non si usano quasi più: erano quei disoccupati che per quattro lire portavano sulle spalle i cartelloni réclame della nuova rivista al Manzoni o dei saldi per rinnovo locali.
ARCIDUCA: Che faresti per risolvere la crisi del teatro?
BERTOLDO: Il pubblico entra in sala senza pagare, assiste alla recita e alla fine fa la coda alla biglietteria. «Le è piaciuta la commedia?» Sì. La cassiera stacca il biglietto: «Cinquanta euri». A me è piaciuta così così. «Venti euri». Non mi è piaciuta affatto, è una solenne schifezza. «Si accomodi, non deve nulla». Naturalmente è richiesta la sincerità.
