ROMA28 MAG Bruno Zevi che non – ROMA,28 MAG – Bruno Zevi, che non lo sopportava,
propose addirittura di farlo saltare con la dinamite. Federico
Zeri invece lo apprezzava. O almeno ne sottolineava
''l'altissimo livello qualitativo''. Adorato da D'Annunzio e da
Croce, mal sopportato dai romani che per generazioni l'hanno
soprannominato chi 'macchina da scrivere'', chi 'Torta
nuziale', oggetto addirittura di un 'processo' a meta' degli
anni '80, compie cento anni il 4 giugno, il grande complesso del
Vittoriano.
E sottolineato dai 150 anni dall'Unita' d'Italia, il
compleanno centenario sara' l'occasione, sabato prossimo, per un
convegno di studi organizzato nelle sue sale dall'Istituto di
Storia del Risorgimento.
Per il monumentale edificio dedicato a Vittorio Emanuele II,
progettato a meta' degli anni '80 dell'Ottocento dal marchigiano
Giuseppe Sacconi (che mori' prima di vederlo inaugurato in pompa
magna con la piazza e anche le terrazze dei palazzi vicini
stracolme di gente) sara' solo la prima tappa di una stagione di
celebrazioni. Che prosegue ad ottobre, con una grande mostra
fotografica (la organizza Comunicare Organizzando) che ne
raccontera' la storia e i giorni dell'inaugurazione con tante,
preziose, immagini inedite. E poi ancora a novembre, con una
rassegna (ideata e curata da Alessandro Nicosia con l'Istituto
di Studi Storici del Risorgimento) che, a 90 anni dall'arrivo
della salma del milite ignoto, ripercorrera' la storia di
quell'avvenimento.
Non solo: a giorni, per le Edizioni Medusa, esce Processo
all'Altare della Patria, di Vittorio Gregotti, che riporta anche
la cronaca firmata da Giovanni Klaus Kopenig del Processo al
Vittoriano che si tenne il 27 maggio 1986 a Roma, oltre alla
prefazione di Federico Zeri per la ristampa (Scheiwiller 1985)
del pamphlet di Carlo Dossi 'I mattoidi al primo concorso per
monumento in Roma a Vittorio Emanuele II.''. E sempre per il
centenario, il Mulino ripubblica 'L'altare della patria' di
Bruno Tobia.
Scelto con una serie di concorsi fra i piu' lunghi e costosi
della storia (il primo bando, nel 1880, fu vinto da un francese
poi la competizione fu annullata e rifatta), realizzato in
perfetto stile neoclassico con un progetto che si ispirava
all'altare di Pergamo, il Vittoriano venne inaugurato il 4
giugno del 1911, per meglio festeggiare l'esposizione
Internazionale organizzata per i cinquant'anni dell'Unita'
d'Italia. I lavori pero' non erano ancora del tutto finiti.
Affidati dopo la morte di Sacconi (1905) a Gaetano Koch,
Manfredo Manfredi e Pio Piacentini, si chiusero solo nel 1935.
Le quadrighe dell'Unita' e della Liberta', per esempio, opera di
Carlo Fontana e Paolo Bartolini, vennero poste sui propilei fra
il 1924 ed il 1927. Dieci anni dopo l'inaugurazione, il 4
novembre del 1921, il monumento accolse i resti del milite
ignoto, scelto dalla mamma di un disperso, tra i morti senza
nome della Prima Guerra Mondiale.
Chiuso al pubblico per decenni dopo un'allarme bomba del 1968,
oggi il grande monumento a Vittorio Emanuele vive da tempo una
seconda giovinezza, meta obbligata dei turisti, luogo di
affollatissime mostre d'arte e di cultura, spazio per convegni.
Le polemiche pero' non hanno mai smesso di accompagnarlo:
l'ultima per i modernissimi ascensori di cristallo – ministro
della cultura allora era Francesco Rutelli- che dal 2007
permettono una piu' agevole salita alle spettacolari terrazze
panoramiche che lo sovrastano. .
