Italia “suicida” che distrugge la propria Bellezza

ROMA – L’Italia si sta suicidando, distruggendo la propria bellezza: sembra questa la tesi del lungo articolo di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo apparso oggi sul Corriere della Sera.

I due cronisti ricordano che il Bel Paese non ha petrolio, né gas, né oro, né diamanti, né terre rare, ne campi sconfinati di grano. “Abbiamo una sola, grande, persino immeritata ricchezza: la bellezza dei nostri paesaggi, la bellezza dei nostri siti archeologici, la bellezza dei nostri borghi medievali, la bellezza delle nostre residenze patrizie, la bellezza dei nostri musei, la bellezza delle nostre città d’arte”.

L’Italia ha il numero più alto di siti Unesco: 45, contro i 42 della Spagna, i 40 della Cina, i 35 della Francia, i 33 della Germania, i 28 del Regno Unito, 21 degli Stati Uniti. Nonostante questo, però, siamo al quinto posto per attrezzatura ricettiva del turismo e per presenze straniere. Nella classifica per competitività turistica, ricordano Stella e Rizzo, siamo addirittura al ventottesimo posto.

Tutto questo è a dir poco negativo, e si riflette nella distanza che sta prendendo da noi il paese con maggior crescita – e maggiori turisti – del mondo: la Cina. Considerato che, secondo quanto ha scritto su Repubblica Giampaolo Visetti citato dal Corriere, “sarà il turista cinese ad alimentare la crescita dei viaggi a lungo raggio ed entro il 2015 diventerà il padrone assoluto dei pacchetti organizzati e dello shopping di lusso in Europa”, la mancata promozione turistica dell’Italia in Cina è una vera pecca nostrana, una “follia”.

“Pochi mesi prima di morire, ricordano Stella e Rizzo, rispondendo a un lettore che gli chiedeva aiuto per salvare la riviera ligure, Indro Montanelli maledì sul Corriere questo nostro Paese che tanto aveva amato. E scrisse che le ruspe sono sempre in agguato per «dare sfogo all’unica vera vocazione di questo nostro popolo di cialtroni che non vedono di là dal proprio naso: l’autodistruzione»”.

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Maria Elena Perrero