VERCELLI – “I giganti dell’Avanguardia”: non poteva che chiamarsi così una mostra dedicata a Joan Miró, Piet Mondrian e Alexander Calder. Tutti e tre sotto le ali di Peggy Guggenheim.
Il surrealismo onirico dello spagnolo, l’astrattismo geometrico dell’olandese e quella sintesi dei due movimenti effettuata dall’americano Calder verranno esposti all’Arca di Vercelli dal 3 marzo al 10 giugno. Tutti accomunati non solo dalla celeberrima mecenate, ma dai loro tratti poetici e rivoluzionari.
La mostra, in cui saranno esposte una quarantina di dipinti ad olio, tempere, gouaches, pastelli e sculture delle collezioni Guggenheim, ripercorre la carriera artistica dei tre giganti dell’Avanguardia. Sono presenti anche opere provenienti dalla Calder Foundation di New York, dal Gemeentemuseum dell’Aja e dal Palazzo Collicola Arti Visive-Museo Carandente di Spoleto.
Ad aprire l’esposizione è Mondrian, con alcune opere che seguono l’evoluzione creativa dell’artista olandese, quando ancora la sua pittura era densa di echi postimpressionisti e simbolisti, ma anche lavori con suggestioni cubiste, fino alle opere geometriche più note.
C’è poi Mirò, con le sue visioni, i suoi segni grafici e le sue figure antropomorfe. Infine Calder e i suoi lavori degli anni Trenta, dai ritratti in filo di ferro ai dipinti su carta, fino agli oggetti creati per Peggy Guggenheim.
Ad unire i tre anche un’amicizia iniziata a Parigi nel 1926, con l’arrivo di Calder nel gruppo surrealista di Mirò e poi con i contatti dell’americano con Mondrian. Un’amicizia che si trasforma in dialogo continuo e creativo, che ci ha regalato tra le migliori opere del Novecento.