È morto nella notte tra domenica 14 e lunedì 15 marzo all’età di 88 anni il pittore e incisore genovese Giannetto Fieschi, tra i più noti del secondo dopoguerra.
Nato a Zogno, in Valbrembana, Fieschi ha poi vissuto sempre a Genova dove ha fatto gli studi classici, poi quelli universitari, iscrivendosi a medicina per poi proseguire con gli studi artistici all’Accademia ligustica di Belle Arti.
Capofila della “Nuova figurazione”, Fieschi è tra gli artisti più conosciuti del secondo dopoguerra. Èstato descritto dai critici come visionario apocalittico, surrealista, dada, informale materico. Negli anni Cinquanta si è anche dedicato ai collage con “Cats are hungry” realizzati a Parigi e poi “Il leviatano” successivo a un suo soggiorno e insegnamento nel Tennessee.
Ha partecipato a due Biennali a Venezia nel 1948 e nel 1964 e alle Quadriennali di Roma del ’65 e del ’72. Tra le sue opere più conosciute ci sono quelle conservate al Museo di San Gimignano e la serie della Via Crucis alla Fondazione Stauros di San Gabriele dell’Addolorata, presso Teramo. Lascia i figli Limbania e Ibleto e la moglie Rosina.
