Custodite in una teca di vetro, sono tornate oggi a Porto Ercole le ossa di Caravaggio, sulla barca di Previti. I resti sono stati trasportati via terra, da Caravaggio (provincia di Bergamo), paese natale del grande artista, a cala Galera, a sud est del promontorio dell’ Argentario (in provincia di Grosseto). E da qui a Porto Ercole, dove Caravaggio trovò sepoltura, a bordo del brigantino a due alberi “Barbarossa” di Cesare Previti.
La teca è stata accompagnata per tutto il percorso dal presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei Beni storici, culturali e ambientali Silvano Vinceti. Sul brigantino era presente lo stesso Previti.
Si è conclusa così la disputa tra il Comune toscano, dove Caravaggio morì per un’infezione intestinale, e la Lega Nord che aveva chiesto che i resti fossero tumulati al Famedio di Milano.
Ad attendere il due alberi c’erano i sindaci di Monte Argentario, Arturo Cerulli, e Caravaggio, Giuseppe Prevedini, il vecisindaco di Ravenna, Giannantonio Mingozzi, e il vicesindaco di Roma, il senatore Mauro Cutrufo.
I resti di Michelangelo Merisi, o, più probabilmente, Merisio, detto il Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571-Porto Ercole, 18 luglio 1610), sono stati esposti sulla banchina del porto per circa un’ora mentre nella chiesa di Porto Ercole il sottosegretario della Pontificia commissione per i Beni Culturali della Chiesa, monsignor Manuel Del Rio Carrasco, ha celebrato la messa di suffragio per il pittore lombardo.